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VENETO
20.06.2023 - 15:12
MESTRE - Il mondo dei lavoratori degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna di Padova, Treviso e Venezia si è riunito oggi, con assemblee e presidi esterni, per richiamare l'attenzione sulle gravi carenze che affliggono i tre uffici, ostacolando la piena realizzazione delle riforme Cartabia e delle precedenti riforme giudiziarie che hanno incrementato le misure alternative al carcere e le altre sanzioni penali. L'allarme lanciato dai sindacati che segnalano che da oramai da un anno i lavoratori ricevono segnali contraddittori dall'amministrazione del Dgmc in quanto: "Distribuisce male le risorse umane senza tener conto del reale carico di lavoro di ogni sede; costringe le persone a lavorare in spazi ridotti anche per il ricevimento dell'utenza; non assegna al personale una postazione di lavoro adeguata ed infine sovraccarica di mansioni il personale tecnico in quasi totale assenza di personale amministrativo" - spiegano unitamente Fp Cgil, Cisl Fp, - Uil Pa e Usb.
Con l'iniziativa odierna, i lavoratori hanno voluto portare all'attenzione esterna la realtà operativa degli uffici e le difficoltà che impediscono loro di fornire un adeguato servizio ai cittadini, nonché il necessario supporto alla magistratura e agli istituti penitenziari. I lavoratori degli Uepe di Padova, Treviso e Venezia hanno ricevuto solidarietà dalla Presidente del Consiglio Regionale Veneto degli Assistenti Sociali, che ha comunicato il proprio sostegno durante l'assemblea.
(Padova)
Attraverso un comunicato allegato, si è manifestata grande preoccupazione per le condizioni di lavoro che rendono difficile svolgere interventi professionali nel rispetto del codice deontologico, con conseguenze negative sugli utenti e sugli operatori (magistrati e avvocati).
Altre iniziative sono in programma nei prossimi mesi per richiamare l'attenzione dell'amministrazione del Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità e del Ministro stesso.
(Treviso)
Tra le problematiche sollevate il trasferimento della competenza sulla provincia di Belluno all'Uepe di Treviso senza l'assegnazione di adeguato personale e una sede idonea per gestire almeno altri 400 utenti; la richiesta di aprire un presidio presso ogni Tribunale e ogni Istituto penitenziario agli Uepe senza assegnare proporzionalmente altro personale; la richiesta agli Uepe di sensibilizzare la collettività per la co-costruzione di una nuova giustizia di comunità che includa il coinvolgimento e il riconoscimento delle vittime dei reati, senza investire risorse adeguate nel settore dell'esecuzione penale esterna.
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