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LA TRAGEDIA DI MESTRE
04.10.2023 - 11:18
VENEZIA - Un neonato di pochi mesi, un dodicenne, una ragazza: una strage di giovani sul bus precipitato a Mestre, mentre sono sette su 21 le vittime identificate.
Quattro dei 15 feriti - che sarebbero tutte persone maggiorenni, tra i 20 e i 30 anni - sono ricoverati in terapia intensiva, non sono ancora stati identificati. Tra le 21 vittime, sono 7 quelle che hanno già un nome certo. Oltre a queste c'è una donna austriaca che si ritiene sia la mamma di due bambine, di 13 e 3 anni, ricoverate a Treviso, in condizioni non gravi.
E intanto all'alba di oggi è stata riattivata la circolazione sul raccordo che dalla zona industriale di Marghera porta all'autostrada A4, dove ieri sera è precipitato il bus dal viadotto del cavalcavia di Mestre. La zona è stata ripulita ed è ripreso il passaggio di veicoli, soprattutto camion, che dalla zona industriale di Porto Marghera vanno verso l'autostrada A4.
Estrarre le vittime dal pullman è stato un lavoro complicato, spiegano i soccorritori. "è stata una tragedia di giovani, salvo qualche adulto". Il pullman era elettrico e le batterie hanno preso fuoco nell'impatto. Si lavora per accertare l'identità dei deceduti.
Gli agenti della questura hanno acquisito gli elenchi degli ospiti del campeggio il camping Hu di Marghera. Quattro morti sono ucraini, secondo quanto informa il ministero degli Esteri di Kiev. Sul pullman viaggiavano persone di diverse nazionalità: oltre agli ucraini, tedeschi (una vittima era originaria della Germania), austriaci, spagnoli.
L'autista di Treviso, Alberto Rizzotto era dipendente della Martini Bus che aveva noleggiato il mezzo alla società La Linea con la quale aveva un contratto per il trasporto dei turisti a Venezia. Da quanto risulta aveva preso servizio 90 minuti prima, un dettaglio che sembrerebbe escludere l'ipotesi di un colpo di sonno. Più accreditata, invece, l'ipotesi del malore. Il bus aveva rallentato e si era praticamente fermato, prima di precipitare dal cavalcavia.
Il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi ha detto che un riesame di quanto accaduto sarà fatto oggi. "Noi allo stato non siamo in grado di fare una ricostruzione precisa degli avvenimenti", ha detto, rimandando alle prossime ore ulteriori commenti. E l'Asaps, associazione che si occupa di sicurezza stradale, solleva il tema del guard rail giudicato "troppo basso per contenere un veicolo di quel peso". Il pullmann è stato rimosso e posto sotto sequestro. All'obitorio è stato allestito un servizio di supporto per i parenti delle vittime.
"Dai primi rilievi non ci sono segni di frenata - dice il comandante della Polizia municipale di Venezia, Marco Agostini accorso sul luogo dell'incidente - il malore del conducente è un'ipotesi".
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha proclamato il lutto cittadino per "l'immane tragedia che ha colpito questa sera la nostra comunità e in memoria delle numerose vittime che erano nell'autobus caduto. Una scena apocalittica, non ci sono parole". Ora è il tempo del dolore. Ma gli inquirenti sono già al lavoro per capire le cause. La polizia stradale sta effettuando i rilievi: c'è da verificare la traiettoria della caduta, le condizioni del manto stradale. Segni di frenata sull'asfalto pare non ce ne siano. E per ora il malore sembra l'unica spiegazione ad una tragedia inspiegabile.
Il presidente di Anci Veneto, Mario Conte, raccoglie l’appello del Governatore Luca Zaia e ha invitato tutti i Comuni del Veneto a esporre le bandiere a mezz’asta in segno di lutto pubblico dopo il grande incidente di Mestre. “Esprimo massimo cordoglio a nome mio, dell’ufficio di presidenza e di tutti i colleghi sindaci per le vittime e i feriti dell’incidente di Mestre – spiega Conte – e al contempo invito tutti i Comuni del Veneto a esporre le bandiere a mezz’asta nei propri municipi, in segno di lutto pubblico per la terribile tragedia. Quanto è avvenuto è un evento tremendo e incomprensibile, non posso che portare dunque le mie condoglianze alle famiglie in questo dramma che tocca più nazioni”.
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