Cerca

Chioggia

Il mercato ortofrutticolo ostaggio della legge Madia

Il presidente Boscolo Palo: “Speravamo nell’asse di centrodestra con Venezia e Roma” Il numero uno di Sst, Viapiano: "Piano di rilancio poi deciderà la politica”

Il mercato ortofrutticolo ostaggio della legge Madia

CHIOGGIA - Nubi sul futuro del mercato ortofrutticolo di Brondolo. Dopo anni di deroghe e nuove convenzioni che hanno permesso a Chioggia Ortomercato del Veneto di tirare, finora, la carretta e gestire il mercato, la legge Madia incombe e non lascerà questa volta scappatoie. Una legge che, assieme alla spending review, ormai dal 2017, obbliga i Comuni, ogni fine anno, a eliminare o revisionare le società partecipate dirette e indirette, non indispensabili o in perdita, oppure carenti di personale e fatturato.

Per l’Ortomercato questo fatturato dovrebbe essere di un milione di euro. “Impossibile da raggiungere - ha spiegato giovedì pomeriggio in commissione il presidente di Chioggia Ortomercato del Veneto Giuseppe Boscolo Palo - speravamo che l’asse tutto di centrodestra Roma-Veneto-Chioggia potesse forzare in qualche modo il sistema e ci fosse la volontà politica di superare la Madia, ma non ci sono passi avanti in tal senso”.

Sst ha diramato, in questi giorni, un avviso per dare incarico a un professionista di elaborare un piano di rilancio del mercato. “Il mese prossimo - ha spiegato l’amministratore unico di Sst Vincenzo Viapiano - sarò pronto a fare il punto della situazione e daremo delle ipotesi su come procedere con il mercato. Poi sarà la politica a decidere come procedere. Non è solo quello di Chioggia ad essere in crisi, un po’ tutti i mercati di questo tipo sono in difficoltà in Italia”.

Una crisi che si riflette anche sulla produzione del radicchio con sempre meno produttori impegnati nella coltivazione di una delle eccellenze venete e d'Italia. Nel Veneziano i campi coltivati a radicchio sono calati del 24%, del 34% nel padovano e sopra il 60% nel rodigino. Il crack di Opo Veneto ha poi contribuito a peggiorare ulteriormente la situazione. Opo, infatti, deteneva il 37% di Chioggia Ortomercato del Veneto. Da tempo tutti gli attori protagonisti della vicenda ritengono che l’unica via di uscita sia la trasformazione del mercato in polo agroalimentare, con la necessità di portare avanti, a livello urbanistico, il progetto speciale numero 8, fondamentale per riuscire nella mission. Toccherà all’amministrazione comunale trovare il bandolo della matassa, ma i tempi per farlo sono sempre più brevi.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400