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Venezia
13.10.2023 - 11:51
VENEZIA - E' in forse l'ipotesi del malore come causa della strage di Mestre. Dai primi rilievi dell'autopsia, disposta dal pm Laura Cameli ed eseguita dai medici legali Guido Viel e Roberto Rondolini, manca l'evidenza chiara di un malore. Lo riporta il Corriere Veneto.
Questa circostanza, se confermata, cambierebbe completamente il quadro della tragedia di Mestre. Il bus de La Linea Spa, stava svolgendo un servizio di navetta tra il Tronchetto e il camping Hu di Marghera quel 2 ottobre, alla guida del 40enne Alberto Rizzotto. Alle 19,40 si è spostato verso destra, strisciando per circa 50 metri lungo il guardrail senza nessun segno di frenata o tentativo di rimettersi in carreggiata, fino a quando la barriera è finita a causa di un varco di un paio di metri. A questo punto il bus ha scartato ulteriormente verso destra, è stato trafitto nel guardrail che ricominciava di fronte ed è volato per circa dieci metri sulla sottostante via della Pila, la strada sottostante.
Se non si è trattato di un malore, è stato un colpo di sonno? Strano alle 19,40. Un guasto del bus o una distrazione del guidatore? Pare che dall’autopsia siano emerse anche delle lesioni sulle dita che potrebbero significare che ha stretto il volante con tutta la forza che aveva. Di che guasto potrebbe trattarsi? E qui un dettaglio cruciale potrebbe essere quello dei freni, vista la mancanza di segni.
La perizia sul bus sarà eseguita nei prossimi giorni, come quella sulla scatola nera. Sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio stradale plurimo e lesioni stradali plurime ci sono per ora l’ad de La Linea Spa Massimo Fiorese, con l’avvocato Massimo Malipiero, il dirigente del Comune di Venezia Roberto Di Bussolo (avvocato Paola Bosio) e il funzionario Alberto Cesaro (avvocati Giovanni Coli e Barbara De Biasi).
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