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Chioggia

Concessioni tra manovra e Bolkestein

Le concessioni balneari strette tra la direttiva europea e una legge nazionale che latita

Concessioni tra manovra e Bolkestein

SOTTOMARINA - La Bolkestein incombe, il Comune si è mosso ma la normativa è ancora tutta da decifrare. La discussione è stata affrontata recentemente ad una commissione consiliare voluta dai consiglieri di Obbiettivo Chioggia, Alessandra Penzo, e del gruppo misto, Marco Veronese. L’intero mondo turistico trema per delle concessioni ormai in scadenza a fine anno e con forti dubbi sulla possibilità di una ulteriore proroga fino a fine 2024.

“Dobbiamo dire - ha spiegato l’assessore al Demanio turistico Serena De Perini - che c’è un evidente ritardo di ben 15 anni sulla questione che mette in difficoltà noi amministratori che non abbiamo a disposizione decreti attuativi e quindi facciamo davvero fatica a capire cosa succederà in futuro. E’ arrivata sicuramente una buona notizia dal tavolo di lavoro a Roma che ha dimostrato come non ci sia scarsità di risorsa in Italia e che solo il 33% delle coste è dato in concessione. Un elemento fondamentale su cui si basa la Bolkestein che viene a mancare e su cui si dovrebbe tornare a discutere con l’Unione Europea”. “Nel frattempo, come Comune, non siamo rimasti fermi a guardare e abbiamo utilizzato il prezioso strumento della legge 33 che ci permette di lavorare e far lavorare - precisa De Perini - 35 concessioni sono state rinnovate con parere positivo, 30 sono in fase di istruttoria e 14 sono state rigettate, ma è una questione che, ovviamente, non può essere affrontata e risolta a livello comunale. Si spera di avere, entro il primo gennaio 2024 disposizioni chiare sia per gli enti che per le categorie turistiche”.

Alla discussione hanno partecipato anche alcuni esponenti delle categorie turistiche, come Leonardo Ranieri, presidente di Cisa Camping che ha ricordato come la Cassazione, il prossimo 24 ottobre, si pronuncerà su varie disposizioni in materia e il suo parere potrebbe nuovamente rivoluzionare gli scenari. Insomma sulla questione aleggia ancora una nebbia fitta che preoccupa le categorie turistiche chioggiotte, venete e di tutta Italia. I concessionari rischiano, arrivati a scadenza, di vedersi notificare un deferimento alla Procura della Repubblica per occupazione abusiva, senza contare gli enormi rischi affrontati da qualche concessionario che ha chiesto l’allungamento della concessione attraverso la legge regionale 33 che non prevede nessun indennizzo in caso di perdita a favore di terzi.

“Per vent’anni – è intervenuto il consigliere del Pd Jonatan Montanariello - abbiamo perso tempo illudendoci che con le deroghe si potesse arginare il problema. Lo stesso che è successo anche per la pesca. Serve tornare a trattare in Europa: le motivazioni della nascita della Bolkestein e cioè far cassa e austerità, non ci sono più”.

Nel frattempo qualche concessionario, provando a passare per la legge 33, ha perso già la sua concessione, ma anche chi ha visto la procedura approvata non è comunque al sicuro da sorprese finché non saranno pubblicati i decreti attuativi che tracceranno le linee da seguire. Sullo sfondo la speranza di un altro anno di proroga (teoricamente prevista dal decreto Milleproroghe) per avere più tempo per arrivare a una soluzione che sia la migliore possibile anche per chi ha investito per anni sul litorale. Ma sulle date ci sono molti dubbi. A novembre 2021 una sentenza del Consiglio di Stato ha annullato la validità della proroga dei titoli fino al 31 dicembre 2033, che era stata disposta dalla legge 145/2018, ritenendola in contrasto con la direttiva europea Bolkestein che proibisce i rinnovi automatici sulle concessioni pubbliche. Per evitare gli effetti devastanti che avrebbe comportato l’annullamento immediato e improvviso di migliaia di concessioni, il Consiglio di Stato nella stessa sentenza ha dichiarato che i titoli in essere sarebbero comunque rimasti validi fino al 31 dicembre 2023, ma ha anche detto che qualsiasi eventuale ulteriore proroga automatica oltre quella data sarebbe stata inammissibile e immediatamente disapplicabile. Tuttavia il governo Meloni, con il decreto milleproroghe di febbraio scorso, ha ignorato le disposizioni di Palazzo Spada e ha deciso di approvare una proroga di un anno, spostando la scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2024. Ma quale data sarà presa in considerazione? Quella dei giudici o quella del governo?

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