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San Pio X è tornato a Venezia

Le spoglie di Giuseppe Sarto a 120 anni dalla nomina a Papa, sono tornate nella terra natale. Una chiatta di Bielo Group ha trasportato il furgone con la teca

San Pio X è tornato a Venezia

VENEZIA - Nella notte l'arrivo delle reliquie del Santo nella Basilica di Santa Maria, già installata la rampa per la Festa della Salute. Lo studio trevigiano impegnato nelle operazioni di trasferimento dell'urna e negli allestimenti liturgici nelle chiese. Una trentina i tecnici alle prese con un'impresa mai realizzata prima, una peregrinatio corporis lunga 1.500 chilometri e durata oltre due settimane. Il portavoce del team Michele Sbrissa: "Sfida epica riportare San Pio X nella sua terra natale". Ecco come ci sono riusciti. "O vivo o morto tornerò", aveva detto Giuseppe Sarto prima di lasciare Venezia. Di lì a poco salì al soglio pontificio, accadeva esattamente 120 anni fa. Papa Pio X ha mantenuto la sua promessa e dal 6 al 22 ottobre si celebra la sua "Peregrinatio corporis", il ritorno in Veneto dell'urna con le sue reliquie, custodita a San Pietro da oltre un secolo.

Le tappe di questo viaggio sono state coordinate e gestite dal punto di vista logistico da 593 Studio, società di ingegneria di Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, avvalendosi del supporto tecnico-organizzativo e del personale sul campo della cooperativa Castel Monte Onlus. Una sfida epica: trasportare la teca che custodisce il Santo da Roma a Treviso, quindi a Riese Pio X e Padova, per finire sulle acque veneziane. Inoltre, lo studio ha seguito la progettazione e realizzazione di allestimenti liturgici adeguati in cinque chiese diverse. Un lavoro che ha comportato un impegno 24 ore su 24 di un team composto da una trentina di professionisti, che hanno accompagnato il Papa per oltre 1500 chilometri, da Roma al Veneto e ritorno, un viaggio durato in tutto 120 ore.

La sfida logistica più importante che 593 Studio ha dovuto affrontare è stata senza dubbio quella del trasporto da Padova a Venezia, avvenuta stanotte. L'arrivo della teca, nella notte, ha dovuto subito affrontare il problema del trasporto su acqua. Dalla gondola di mezzo secolo fa, ecco la chiatta (dimensioni 25 X 9 metri) dal punto di approdo della ditta Boscolo Bielo, azienda specializzata nei trasporti su acqua: siamo a Santa Marta, Canal Santa Chiara. Lentamente, il furgone è stato fatto salire a bordo, accompagnato da una quindicina di persone dello staff, che si sono diretti attraverso i canali veneziani verso Fondamenta Salute.

Durante il tragitto, sono dovuti passare sotto il ponte realizzato appositamente per la Venice Marathon: per permettere alla chiatta di passarci sotto con il carico del furgone è stata costruita un'arcata cinquanta centimetri più alta, giungendo a quota 3,5 metri. Per lo scarico, va precisato che le operazioni di posizionamento della teca al di sopra del carrello cingolato sono avvenute sopra la chiatta ancorata e staticamente connessa alla Fondamenta della Salute. Si è usato un telo coibentante, posto sopra la teca durante gli spostamenti esterni. L'urna è stata quindi collocata nella Basilica di Santa Maria della Salute.

"Per accedervi, è stata anticipata la realizzazione della rampa usata per la Festa della Salute", spiega Michele Sbrissa, coordinatore del progetto per 593 Studio. "Da notare che negli spostamenti è stata posta enorme attenzione alle rampe di sbarco, tarate per il transito di veicoli articolati di diverse tonnellate e rivestite con pannelli lignei e materassini in neoprene. Non solo. Si è previsto l'uso di pannellature OSB e materassino in neoprene dove era presente pavimentazione in selciato e anche all'interno della Basilica per ammortizzare le imperfezioni dei pavimenti in marmo esterni ed interni e per preservare l'integrità degli stessi".

L'impresa di spostare l'urna del Pontefice è un evento che nella storia accade solo per la terza volta. La prima, nel 1959, quando lo stesso Pio X tornò a Venezia. In quell'occasione furono usate le gondole, la salma subì lievi deterioramenti e da allora sono stati cambiati i protocolli di sicurezza. Nel 2018, secondo viaggio: Papa Giovanni XXIII tornò nella sua Bergamo, accolto da mezzo milione di fedeli. Tanto calore umano (e non metaforicamente) unito al periodo estivo crearono non pochi problemi.

"Accogliere San Pio X nel territorio da cui è partito oltre cent'anni fa per salire il soglio di Pietro rappresenta una occasione di ricucitura di una identità religiosa e culturale per questi luoghi", dichiara Giuseppe Possagnolo, presidente di Castel Monte Onlus. "Questo Papa è stato un precursore, ha messo le fondamenta valoriali e culturali per il "miracolo Veneto" che dal secondo dopoguerra ha visto svilupparsi la regione che noi oggi conosciamo". Sulla scorta delle esperienze del passato, sono stati sviluppati da Fabbrica di San Pietro dei protocolli tecnici e di sicurezza estremamente stringenti da cui lo staff coordinato da 593 Studio, coordinato dall'architetto Michele Sbrissa, è partito per ideare le soluzioni necessarie alla realizzazione del progetto. Un lavoro che ha avuto bisogno di circa un anno di preparazione. Tutte le procedure e le soluzioni ideate sono state gestite passo passo in collaborazione con i tecnici della Fabbrica di San Pietro coordinandosi con le Diocesi coinvolte e con tutti gli enti civili interessati.

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