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SOCIETA’ PARTECIPATE
03.11.2023 - 22:04
L’amministratore unico Boscolo Palo amareggiato: “Silenzio dopo le promesse fatte pre elezioni”
BRONDOLO (Chioggia) – “Il futuro del mercato ortofrutticolo di Brondolo? Non lo conosciamo nemmeno noi che lo gestiamo da anni”. L’amministratore unico di Chioggia Ortomercato del Veneto Giuseppe Boscolo Palo si dice perplesso per il silenzio che “proviene” dalla politica locale, in particolar modo dall’amministrazione comunale. La società, che al suo interno come socio ha anche la società comunale Sst, finora è andata avanti a suon di deroghe alla legge Madia che ora incombe non lascerà spazio a scappatoie. Una legge che, assieme alla spending review, ormai dal 2017, obbliga i Comuni, ogni fine anno, a eliminare o rivedere le società partecipate dirette e indirette, non indispensabili o in perdita, oppure carenti di personale e fatturato. Per l'ortomercato questo fatturato dovrebbe essere di un milione di euro.
Cifra impossibile da raggiungere, ma al momento, cosa succederà dal primo gennaio 2024, è un vero e proprio mistero anche per gli attori principali che da più di 10 anni portano avanti le sorti dell’agricoltura locale.
“Abbiamo chiesto lumi all’amministrazione comunale – spiega Palo – abbiamo chiesto da tempo un incontro con il sindaco Armelao, con la Lega, con Fdi e tutte le altre componenti della Maggioranza. Forza Italia e Civica ci hanno incontrato, il sindaco, la Lega e Fdi non si sono mai visti qui da noi”. E’ un fiume in piena Palo, amareggiato per come stanno andando le cose, soprattutto dopo le promesse che erano state fatte in campagna elettorale: “Vinta alla fine da Armelao – spiega ancora l’amministratore unico di Chioggia Ortomercato del Veneto – che nel suo programma ha proprio scritto di affiancare Chioggia Ortomercato del Veneto nella gestione e nello sviluppo del mercato stesso”.
Ossia quella trasformazione in polo agroalimentare fondamentale per avere un futuro roseo e sicuro dal punto di vista economico”. Esiste anche un progetto, ormai risalente a diversi anni fa, ma ancora attuale, di sviluppo e di realizzazione di infrastrutture nuove all’interno del complesso. Ad esempio, dei capannoni al posto dell’attuale campo da calcio inutilizzato se non per i corsi di pilotaggio droni. “Ma l’ex presidente di Sst Aldio Padoan – continua ancora Palo – è venuto in assemblea e ha stoppato tutti gli investimenti e zero novità sul futuro sono arrivate anche dal suo successore Viapiano. Di recente c’è stata una commissione consiliare dove non è stata fatta chiarezza sul destino del mercato da gennaio. L’amministrazione comunale ha solo diramato un avviso pubblico per dare incarico a un professionista di elaborare un piano di rilancio del mercato di cui non conosciamo nulla e siamo già a inizio novembre. Al 31 dicembre il mercato sarà terra di nessuno e a sto punto anche noi aspettiamo dicembre per capire finalmente le intenzioni dell’amministrazione comunale. Ci sentiamo un po’ in linea con quanto successo con il parcheggio multipiano di Isola Saloni e ci sembra, con molta chiarezza, che il destino del mercato ortofrutticolo sia stato deciso da pochi intimi in qualche stanza dei bottoni della politica, senza che la città e noi diretti interessati siano stati coinvolti”. E una ipotesi Palo la ha: “L’amministrazione comunale potrebbe voler gestire direttamente il mercato, ma contro andrebbe contro la legge che, però, potrebbe essere modificata in Regione seguendo la famosa filiera del centrodestra di cui tanto si parla”. Il settore è già in crisi per vari motivi e tutta questa incertezza non contribuisce di sicuro a migliorare la situazione: "Una crisi che si riflette anche sulla produzione del radicchio – conclude l’amministratore unico di Chioggia Ortomercato del Veneto - con sempre meno produttori impegnati nella coltivazione di una delle eccellenze venete ed Italia.
Nel Veneziano i campi coltivati a radicchio sono calati del 24%, del 34% nel padovano e sopra il 60 nel rodigino. Il crack di Opo Veneto ha poi contribuito a peggiorare ulteriormente la situazione. Opo, infatti, deteneva il 37% di Chioggia Ortomercato del Veneto. Senza il mercato ortofrutticolo sarebbe un vero e proprio Far West. Il mercato è della cittadinanza e non deve essere utilizzato per fare da numero a bilancio di Sst”.
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