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Venezia

Fermo pesca, indennità tagliate

Sono arrivati i ristori ma sono stati decurtati di un terzo. Fai Cisl Venezia: “Due mesi di mancato guadagno”

Fermo pesca, indennità tagliate

CHIOGGIA - Bene ma non benissimo: stanno arrivando le indennità del fermo-pesca del 2022 ma sono già decurtate. Dunque, si sono materializzati tutti i timori espressi nei giorni scorsi dal segretario di Fai Cisl Venezia, Pierpaolo Piva, che aveva denunciato sì il ritardato pagamento dell’indennità 2022 a tutti i pescatori delle marinerie del Veneto ma si era detto preoccupato perché la cifra potesse essere più bassa. Così è stato.

Piva fa sapere che in questi giorni stanno arrivando le somme spettanti al migliaio di addetti del settore ma anziché i 30 euro per ogni giorno di fermo da fine luglio a inizio settembre, la cifra è calata a 20,60 euro. In pratica, si sta parlando di un terzo in meno. “Non possiamo che essere soddisfatti per il pagamento dell’indennità – riferisce Piva – e di questo non possiamo che ringraziare la direzione Marittima di Venezia per aver accelerato i tempi. Dall’altro, però, siamo delusi perché già con il 2023 si è concretizzata la riduzione dell’indennità giornaliera. E sono diversi soldi in meno per un pescatore”. Infatti, se un addetto del settore è rimasto fermo per 48 giorni, si arriva a 988,8 euro ma se poi togliamo il 23 per cento di tasse, il netto arriva a 761 euro contro i poco più di mille euro precedenti.

“Ci pare evidente – sottolinea il segretario di Fai Cisl Venezia Piva – che la cifra sia irrisoria perché parliamo di quasi due mesi di mancato guadagno. Il fermo-pesca è obbligatorio e per noi è necessario un ammortizzatore strutturato da prevedere il prima possibile”. Il sostegno spetta ai quei dipendenti delle imprese di pesca marittima che hanno dovuto interrompere l’attività lavorativa per le misure di sospensione temporanea obbligatoria e non disposte dall’autorità competente.

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