Giulia è morta dissanguata

Aggredita due volte, prima con calci a bordo strada, nel parcheggio a Vigonovo, a 150 metri da casa, poi nel parcheggio di Fossò, dove la ragazza ha tentato di fuggire già sanguinante. Qui Giulia Cecchettin è stata sbattuta violentemente a terra, al punto da non riuscire più ad alzarsi. Dalle carte dell'inchiesta, emergono particolari davvero raccapriccianti di quello che Filippo Turetta le ha fatto. Tanto che i pm lo considerano in grado di reiterare il reato.

Alle 23.18 a Vigonovo e alle 23.40 a Fossò, 22 minuti di vera agonia, come riporta il Corriere Veneto. A Vigonovo il testimone dà l'allarme di una donna aggredita, che chiede aiuto. Si scopre ora che sono coltellate e calci.

Le prime tracce cercate, quando domenica 12 novembre le due famiglie fanno denuncia ai carabinieri, sono quelle lasciate dalle celle agganciate dai cellulari dei due ragazzi. Quel pomeriggio Filippo arriva a Vigonovo alle 17.15, prende Giulia a casa, i due vanno insieme alla Nave de Vero a Marghera.

Alle 22.40 Giulia manda l’ultimo messaggio alla sorella, parlano di scarpe e vestiti per la laurea, quel momento il suo cellulare è ancora agganciato nell’area della Nave de Vero, Filippo è con lei. Poi alle 22.45 il cellulare della ragazza si spegne.

Alle 23.31 l’auto di  Filippo entra in zona industriale a Fossò, fa qualche giro in quelle poche strade. I due stanno litigando, Giulia è già ferita, da almeno 15 minuti perde molto sangue. Alle 23.40 la macabra scena davanti a Dior. Giulia che riesce a scappare dall’auto, Filippo la rincorre, la colpisce molto probabilmente con un coltello al collo, poi la spinge violentemente a terra, lei cade, sbatte la testa sul marciapiede e non si muove. Filippo torna indietro, prende l’auto e la porta davanti a Giulia, apre la portiera dell’auto e la fa salire sui sedili posteriori, le mette dello scotch argentato probabilmente sulla bocca. Poi la porta via. Secondo la giudice Giulia è morta dissanguata, la sua non è stata una morte veloce.