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Venezia
25.11.2023 - 17:14
VENEZIA - La Squadra Mobile di Venezia ha portato a termine con successo un'operazione di grande portata giovedì sera, sgominando un covo di spacciatori nel cuore di Mestre. L'appartamento di lusso, sito in Galleria Teatro Vecchio, era diventato il quartier generale di un gruppo di cinque individui, tutti di nazionalità tunisina e compresi tra i venti e i trent'anni, tutti privi di permesso di soggiorno. Le forze dell'ordine, dopo giorni di appostamenti e monitoraggi, sono riuscite a fare irruzione nell'immobile che, purtroppo, era ridotto in condizioni fatiscenti. All'interno, oltre alle dosi di sostanze stupefacenti, sono stati rinvenuti materiali vari utilizzati per il confezionamento delle dosi, bilancini e altro materiale legato alle attività illecite.
Il proprietario dell'appartamento, un mestrino di circa cinquant'anni, è stato trovato confinato in una delle stanze della casa, in condizioni disagiate e a disposizione dei trafficanti insieme alla sua fidanzata. Sembrerebbe che la sua fragilità e una storia di dipendenza abbiano contribuito a rendere l'abitazione un nascondiglio sempre più ampio per gli spacciatori. La trasformazione della residenza in un centro operativo per il traffico di droga ha creato un via vai continuo, diventando insostenibile per il vicinato e difficilmente controllabile anche per il proprietario stesso. La situazione è sfuggita di mano, culminando nell'intervento decisivo della Squadra Mobile giovedì scorso.
Dopo essere stati processati in direttissima, è stato convalidato l'arresto dei cinque ma sono stati rimessi piede libero, in attesa dell'udienza prevista per il 22 dicembre. Tre di loro sono stati sottoposti all'obbligo di firma, mentre gli altri due hanno ricevuto il divieto di dimora. L'appartamento, trovato in condizioni igienico-sanitarie precarie, è stato sequestrato. L'avvocato Marco Zanchi, che assiste gli arrestati, ha dichiarato che uno dei fermati aveva messo piede in quella casa per la prima volta la sera stessa del blitz. Nel frattempo, uno degli individui, per il quale era stata richiesta la custodia in carcere, ha un passato giudiziario pesante, con sei o sette processi alle spalle per reati legati allo spaccio di droga.
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