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LA TRAGEDIA DI GIULIA

Era ossessivo con Giulia, voleva il controllo

Intanto, emergono nuovi particolari sull'agghiacciante femminicidio

"Filippo voleva il controllo totale": ecco le chat

Filippo Turetta avrebbe voluto un controllo totale sulla vita della sua ex fidanzata Giulia, come emerge dai messaggi inviati alla sorella della studentessa, Elena, e trasmessi dalla trasmissione "Chi l'ha visto?" su Rai 3. I dettagli delle chat svelano l'ossessivo interesse di Turetta, che andava dalla richiesta di accendere il telefono di Giulia ai commenti sulla festa di laurea, compresi disegni e alcolici. Le richieste insistono, e la situazione diventa sempre più tesa, culminando in un rifiuto secco da parte di Elena.

La trasmissione mette in luce anche gli audio della chat tra gli amici che stavano organizzando la festa per la laurea di Giulia. Messaggi inediti risalenti a settimane prima della tragedia rivelano l'ossessiva insistenza di Turetta nel cercare un contatto con Giulia, arrivando a lamentarsi della mancanza di risposta e a richiedere foto e video della giornata. La conversazione si conclude con un freddo "Scusa, grazie".

Durante la trasmissione, si rivela che Turetta ha effettuato ben 5 accessi allo sportello psicologico dell’Usl Euganea tra settembre e novembre. L'ultimo accesso, datato 17 novembre, coincide con la fuga di Turetta, avvenuta dopo l'omicidio di Giulia. Questo elemento solleva interrogativi sulla sua condizione mentale e sulle eventuali segnalazioni trascurate.

L'indagine continua, e un summit in Procura è stato convocato per fare il punto sulle indagini. Si attende il rientro in Italia dell'auto usata da Turetta per la fuga, una Fiat Grande Punto, dalla Germania. La data del ritorno non è ancora definita con precisione, ma sarà dopo il 10 dicembre e potrebbe avvenire nelle "prossime settimane". La vettura è attualmente sotto la custodia della polizia tedesca a Lipsia.

Il percorso della fuga di Turetta, lungo le strade del Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Austria e Germania, è stato di oltre mille chilometri. La Fiat Grande Punto è stata utilizzata per trasportare il cadavere di Giulia, abbandonato nei pressi del lago Barcis in Friuli. L'auto è ancora sotto il controllo della polizia tedesca, e l'analisi degli oggetti trovati al suo interno sarà cruciale per capire se c'è stata premeditazione e se l'omicidio è avvenuto all'interno del veicolo.

Il sostituto procuratore Andrea Petroni, titolare del fascicolo, attende l'arrivo dell'auto in Italia per aggiungere nuovi elementi all'indagine. Nel frattempo, si terrà un incontro tra gli investigatori italiani, tedeschi e austriaci per valutare le relazioni e chiarire eventuali punti da approfondire. L'attenzione si concentra sulla necessità di accertamenti tecnici e sulla comprensione dettagliata dei fatti che hanno portato all'atroce assassinio di Giulia.

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