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Chioggia

“Balneari lasciati nell’incertezza”

Ascot, Gebis e Sib sulla decisione del governo rispetto alle concessioni che invece di decidere manda una lettera "di indirizzo" ai comuni

“Balneari lasciati nell’incertezza”

SOTTOMARINA - Concessioni balneari: governo in grossa difficoltà e poca chiarezza. In consiglio dei ministri, infatti, non è stato approvato alcun provvedimento normativo per decidere le regole con cui rinnovare i titoli ed ha prevalso la “linea Salvini” con una lettera di indirizzo inviata a tutti i Comuni per avvisarli della possibilità di estendere la validità delle concessioni balneari fino al 31 dicembre 2024.

A Palazzo Chigi pare ci siano più idee su come procedere su questo spinoso argomento e, alla fine, l’elefante ha partorito un topolino con l’approvazione di un documento che non dà alcuna chiarezza ai Comuni, limitandosi a una serie di suggerimenti non vincolanti. Sembra insomma scontato che il governo, sommerso dalle difficoltà di mantenere le sue promesse nell’interlocuzione con la Commissione europea (che un mese fa ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia per la mancata istituzione delle gare sulle concessioni balneari), voglia tentare di tirare la corda ancora per qualche mese e nel territorio locale la situazione preoccupa non poco.

“Si ride per non piangere – il commento di Giorgio Bellemo presidente dell’associazione stabilimenti balneari Ascot – è infatti una vera e propria follia arrivare al 28 dicembre e dire vediamo nei prossimi mesi di capire se c’è o non c’è scarsità di risorsa e nel frattempo i Comuni possono avvalersi dell’articolo 3 per allungare la durata delle concessioni. In realtà questo articolo cita la possibilità di farlo solo davanti a contenziosi o comparature in corso. Sullo sfondo c’è anche l’aumento dei canoni demaniali del 21%. Insomma questo governo sta facendo un vero e proprio accanimento terapeutico nei confronti dei concessionari”.

Sulla stessa linea anche gli altri rappresentanti delle categorie turistiche della città. “Purtroppo a tre giorni dalla fine dell’anno, e della scadenza di applicazione della Bolkestein – sottolinea il presidente di Gebis, Gianni Boscolo Moretto - ci ritroviamo ancora senza alcun provvedimento a difesa del comparto balneare da parte del Governo. Un’assenza di risposte che lascia ancora nel clima di incertezza imprenditoriale le centinaia di famiglie che lavorano e danno lavoro nelle concessioni demaniali. Rimangono inspiegabili le motivazioni per cui il Governo non emani i decreti attuativi che dovrebbero normare la riassegnazione delle concessioni secondo la direttiva europea. Abbiamo solo una nota esplicativa del ministro Salvini, in attesa di una norma nazionale che riordini il sistema di costa italiana. Decisamente troppo poco per riportare le imprese balneari a investire in un comparto che risulta essere sempre più importante e fondamentale per il turismo della nostra nazione”.

“Restiamo in attesa di un provvedimento definitivo nel mese di gennaio – il commento del vicepresidente del Sib Leonardo Ranieri - nel frattempo auspichiamo, come suggerito autorevolmente dal Governo, che i comuni non inizino a muoversi a macchia di leopardo mettendo in ginocchio un settore strategico del turismo italiano. Restiamo convinti che la salvaguardia del nostro settore sia fondamentale per la tutela delle famiglie e delle aziende che hanno investito in questi anni nel comparto balneare e nel demanio marittimo. Anche con l’Europa possiamo trovare una quadra per quanto riguarda l’applicazione della direttiva Bolkestein, anche alla luce del censimento che ha dimostrato che non siamo di fronte alla scarsità del bene, requisito fondamentale per l’applicazione della direttiva. Il nostro settore non può più essere nelle mani di sentenze, peraltro disparate e contraddittorie. Noi abbiamo da sempre gestito il bene pubblico e vogliamo continuare a gestirlo con regole nuove che ci diano la garanzia della certezza”.

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