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IL CASO
12.01.2024 - 07:41
Manuela Mezzacasa è stata insegnante di Stefano Voltolina
CHIOGGIA - “Con Stefano abbiamo fallito”. Ha profondamente commosso la lettera della volontaria Manuela Mezzacasa, insegnante per due anni alle scuole medie di Stefano Voltolina, il giovane chioggiotto di 26 anni che si è tolto la vita lunedì al Carcere Due Palazzi di Padova, utilizzando la cintura di un accappatoio.
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La donna ha ricordato i tempi in cui seguiva proprio Voltolina: “Era un ragazzino molto speciale. Ci era capitato tra capo e collo all’inizio dell’anno, affidato a una casa famiglia del Villaggio Sant'Antonio, la scuola media dove inserirlo era la nostra. Alla prima riunione con l’équipe mi ero veramente arrabbiata: come potevano immaginare che saremmo stati in grado di gestire un caso così impegnativo".
E ancora il suo grande attaccamento a Chioggia, al mare, alla libertà: "Mai frequentato regolarmente la scuola, nessuna idea di cosa fosse un qualsivoglia regolamento. Ho conosciuto la madre e il padre, gli volevano bene, non ce la facevano a stargli dietro, non ricordo quanti figli avessero. Certo, Stefano per due volte riuscì a raggiungere Chioggia in bicicletta, fuggendo dalla casa di Noventa Padovana. Mi diceva ‘Non vedo l’ora di avere 18 anni’. E’ cosa farai?’. Rideva ‘Torno a Chioggia’. Scappava a mare. Cosa posso dire adesso? - conclude l’insegnante nella lettera - Abbiamo fallito, come altre volte. Facciamo almeno qualcosa per non dimenticarcelo, il nostro fallimento. Di lui, di Stefano, io non mi potrò mai dimenticare”.
La morte di Stefano Voltolina ha riaperto il dibattito sulla sicurezza delle carceri in Italia. Il sovraffollamento delle carceri e le difficoltà nel seguire i detenuti sono problemi che, al momento, non hanno trovato una corretta soluzione tanto che, nell’ultimo anno e mezzo, in Italia si sono registrati 107 suicidi in carcere, quasi uno ogni 5 giorni.
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