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EMERGENZA GRANCHIO BLU

La marcia dei pescatori, in 800 a Venezia

"Siamo senza reddito", chiedono aiuto e sostegno

Oltre 800 pescatori polesani hanno sfilato per le strade di Venezie per essere poi ricevuti a palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale, da una delegazione composta a consiglieri e membri della giunta.


Sul tavolo il sostegno al settore messo in ginocchio dal terribile granchio blu che ha distrutto l’intero, raccolto di molluschi. Con i pescatori, partiti dal Polesine con una dozzina di pullman, anche il sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli con gli assessori Raffaele Crepaldi e Tania Bertaggia, e i primi cittadini di Rosolina, Michele Grossato, e Adria, Massimo Barbujani. Presente, ovviamente, il presidente del Consorzio delle cooperative pescatori Luigino Marchesini, che ha organizzato la manifestazione, affiancato dal suo vice Paolo Mancin, e i presidenti di tutte e 14 le coop affiliate.

E ai pescatori, preoccupati per la situazione, è arrivato anche il “totale e incondizionato sostegno” del presidente Luca Zaia. “La loro protesta è ormai disperazione”, ha detto, aggiungendo: “Assicuro che proseguiremo nel totale e incondizionato sostegno ai pescatori che anche oggi protestano per la situazione creata dal granchio blu. La loro protesta è anche un segno di grande disperazione per la scarsità di risposte a fronte di un vero e proprio cataclisma che sta coinvolgendo gran parte della produzione della nostra pesca e della nostra acquacoltura. Siamo, infatti, i primi produttori di vongole a livello nazionale con 52mila quintali all’anno, una produzione che sta rischiando letteralmente di scomparire come anche quella composta dai 20mila quintali di cozza Dop”.

“E’ fondamentale - ha aggiunto il governatore - che si arrivi alla dichiarazione dello stato di calamità per il comparto provvedendo a una misura nazionale che coinvolga tutti i pescatori toccati da una simile tragedia e affinché vi siano risorse per dare modo agli operatori del settore di essere remunerati sul granchio blu che viene pescato; questa potrebbe essere una delle modalità da mettere in campo. Nel frattempo come regione andiamo avanti con i fondi accessori, approfittando anche di quelli comunitari e senza tralasciare tutta la sperimentazione che continuiamo ad assicurare in collaborazione con l’università e Veneto Agricoltura nel contrasto al granchio blu”.

Sulla stessa linea anche l’assessore regionale alla pesca Cristiano Corazzari. “Sono con voi con il cuore in questa manifestazione, a fronte della disperazione di questo momento tragico per le vostre attività causato dall’invasione del granchio blu. Nonostante le enormi difficoltà riuscite comunque a protestare civilmente - le parole dell’assessore - dimostrando il rispetto delle istituzioni. Noi rappresentanti non possiamo che avere a cuore e farci portavoce delle vostre richieste. L’ultimo atto è la lettera inviata dal presidente della Regione del Veneto al Ministro dell’Agricoltura il 16 gennaio chiedendo nuovamente la dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale e l’attivazione di strumenti straordinari per far fronte all’invasione del granchio blu che ha azzerato la produzione di vongole nelle lagune sud del Delta".

"Col granchio blu in futuro si dovrà convivere - ha concluso Corazzari - pertanto è necessario imparare a lavorare e a gestire le lagune in modo che il granchio incida il meno possibile. Intanto va affrontata l’emergenza unendo le forze. In questi giorni sono in arrivo i 12 milioni di euro che la Regione del Veneto è riuscita a intercettare tra i fondi comunitari della passata programmazione non spesi da altre regioni. Sono stati messi a disposizione ulteriori investimenti per le opere di vivificazione delle lagune, interventi ora in fase di progettazione e che verranno condivisi con il mondo della pesca grazie a un progetto finanziato dai Fondi Fsc del valore complessivo di 14 milioni di euro. Ringrazio il governo per aver stanziato 10 milioni specificamente per l’emergenza granchio blu, nonché per aver esteso la possibilità di accedere al Fondo di solidarietà nazionale anche al settore della pesca”.

Al termine dell’incontro istituzionale, i rappresentanti dei pescatori hanno consegnato al presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti un documento contenente la relazione, redatta dal comitato tecnico interregionale per l’emergenza del granchio blu, con i punti più importanti da affrontare con estrema urgenza. Il presidente Ciambetti, nel ringraziare la delegazione per l’incontro, ha assicurato massima operatività sul tema da parte del consiglio regionale e la trasmissione della relazione a tutti i gruppi consiliari.

La relazione, in particolare e in sintesi, ricorda che da maggio l’invasione massiccia del granchio blu “ha stravolto l’intero comparto della molluschicoltura nell’area Delta del Po”, quindi elenca le priorità per il settore.

A schierarsi “con forza con i pescatori del comparto ittico di Porto Tolle” è la Pescagri Cia. La sigla di categoria spiega: “Gli operatori sono esasperati: a otto mesi dall’esplosione della criticità non sono ancora state trovate delle adeguate contromisure. Ovvero, non sono stati messi a bilancio sufficienti indennizzi da parte dell’esecutivo”. In ogni caso, aggiunge Pescagri Cia Veneto, “l’obiettivo è la salvaguardia dell’intero settore ittico, polesano e veneto. Senza opportuni interventi da parte delle autorità competenti si potrebbe andare nella direzione di una crisi socio-economica irreversibile in tutta la zona interessata”.

Con i pescatori anche la consigliere regionale polesana Laura Cestari: “Necessario e urgente intervenire. I pescatori che arrivano a protestare dimostrano tutta la loro disperazione per una situazione che di ora in ora si sta facendo sempre più drammatica. Un tracollo economico con perdita di posti di lavoro. E’ necessario fare squadra non solo a livello veneto ma nel contempo proseguire, come ha affermato lo stesso presidente Zaia, con fondi anche statali ed europei a sostegno dell’intero comparto. Non possiamo più aspettare”.

Dal Pd, invece, i consiglieri regionali Montanariello e Zottis, invece, vanno all’attacco: “Dei 2,9 milioni di euro per il Delta, ne sono arrivati appena 350mila. Parallelamente, ancora non si capisce perché non venga dichiarato lo stato di calamità, passaggio indispensabile per affrontare con forza l’emergenza. Serve a questo punto un comitato ad hoc per questa emergenza, che svolga un lavoro di pressing sulle istituzioni: non si affrontano le situazioni straordinarie con strumenti ordinari”.

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