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TURISMO

Spiagge: “C’è carenza di bagnini”

Mancano anche figure in grado di garantire un servizio importante per la sicurezza a mare

Spiagge: “C’è carenza di bagnini”

Mancano anche figure in grado di garantire un servizio importante per la sicurezza a mare

SOTTOMARINA – Sos bagnini: dopo il rischio di mancanza di personale negli alberghi, si accende anche quello sul litorale. Un tempo il lavoro di bagnino era il più ambito dai giovani, soprattutto quello di salvataggio. Ora non corrisponde più alla realtà tanto che a Jesolo le imprese hanno cominciato a lanciare un grido di allarme verso i sindaci chiedendo al più presto interventi risolutivi, tra cui anche quello di chiudere in anticipo le scuole per permettere agli studenti (è questa la categoria maggiormente interessata a svolgere questo tipo di professione stagionale) di essere liberi prima e in tempo per la stagione turistica.

Sono tutti i litorali della provincia di Venezia a soffrire la difficoltà nel trovare questo tipo di figure professionali e si stima che, per la prossima stagione, ci sia una copertura che oscilla attorno al 60, 70% del totale.

“A Sottomarina fortunatamente – spiega il presidente di Ascot Spiagge Giorgio Bellemo – non abbiamo mai sofferto particolarmente questo tipo di problema, perché negli anni si è sempre riusciti ad avere una buona squadra di bagnini e questa è sempre stata una grossa fortuna. Non nascondo però che l’anno scorso, qualche problema generalizzato di questo tipo c’è stato e che si potrebbe riproporre anche per quest’anno”.

Secondo Bellemo, però, la possibilità di chiudere in anticipo le scuole non sarebbe risolutiva: “Piuttosto – spiega – bisognerebbe rivedere e articolare diversamente la balneazione con il servizio garantito nei weekend fino a chiusura delle scuole per poi garantirlo tutti i giorni. Quel che è certo è che bisogna un po’ rivedere i principi di questa professione importantissima che, nel corso degli anni, si è un po svilita. Purtroppo il problema principale è quello della stagionalità che rende poco appetibile questo lavoro a chi sta andando più avanti con l’età e cerca soluzione più certe per il suo futuro. Bisogna trovare nuove formule per fidelizzare queste figure fondamentali per i nostri litorali”.

Per il presidente di Gebis Spiagge Gianni Boscolo Moretto e il presidente di Cisa Camping Leonardo Ranieri “E’ evidente la mancanza di personale in ambito turistico e, in particolare, di personale di salvataggio ed in qualità di rappresentanti di associazioni di categoria emergono preoccupanti segnali che ci allarmano per il futuro. Forme contrattuali penalizzanti, formazione scadente e emigrazione sono le difficoltà maggiori. In più le nuove generazioni sembrano aver perso il significato intrinseco del lavoro e si registra così una mancanza di motivazioni, di entusiasmo e di volontà di affermazione”.

Anche per Genis e Cisa Camping, uno dei problemi principali è la stagionalità: “La durata delle aperture delle attività è sempre più ridotta – continuano Moretto e Ranieri – dobbiamo promuovere la nostra località in Europa finalizzata alla destagionalizzazione. Non dobbiamo arrivare al punto di aprire a fine maggio o agli inizi di giugno e anticipare anche la chiusura, quando invece il meteo, già da qualche anno, ci impone di anticipare e posticipare la stagione balneare. Vi è inoltre poi una questione di carattere sociologico: i giovani di una volta vedevano la prospettiva di un impiego in uno stabilimento balneare come una ottima opportunità di lavoro.

I tempi sono cambiati e forse questo appeal non risulta più così trascinante, mentre è diminuita la disponibilità al sacrificio e a certe rinunce che il lavoro nel settore turistico impone”. Difficile trovare soluzioni, se non quella di innovarsi e fare una formazione avanzata: “Ma siamo di fronte a un trend demografico negativo – concludono Moretto e Ranieri – che complica ulteriormente la situazione”.

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