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CONFCOOPERATIVE
09.02.2024 - 11:32
Paolo Tiozzo, Confcooperative Fedagripesca
CHIOGGIA – “Nei pescherecci anche giovani stranieri: servono politiche per l’occupazione serie per rilanciare il comparto ittico”. Lo sostiene Paolo Tiozzo, vice presidente Confcooperative Fedagripesca, che esprime la necessità di introdurre la riduzione contributiva fino al 100% nel primo anno di attività per favorire l’assunzione dei giovani o degli operatori esodati, ma anche ammortizzatori sociali stabili per assicurare tutele salariali come avviene per tutte le altre categorie di lavoratori. Dichiarazioni arrivate dopo l’audizione informale presso la commissione lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati.
“Occorre mettere in atto – afferma Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca – politiche attive del lavoro in grado di assicurare il rinnovamento degli equipaggi, che oggi faticano sempre più a formarsi, favorendo l’apporto di giovani e di manodopera specializzata anche di nazionalità diversa da quella italiana ed europea, agevolandone gli imbarchi anche nelle posizioni di comando attraverso le necessarie modifiche delle disposizioni in materia di lavoro marittimo e di titoli professionali”.
I numeri evidenziano le grandi difficoltà del settore: la flotta da pesca nazionale si è ulteriormente ridotta nell’ultimo decennio scendendo alle 11.807 imbarcazioni del 2022, pari al 16% circa della flotta Ue (81.071 unità), con una contrazione complessiva superiore al 20% nell’ultimo decennio. Scendono anche gli occupati. I pescatori imbarcati sono circa 22 mila, di cui circa 19mila a tempo pieno (10 anni fa erano circa 30.000, il 16% in meno), mentre quelli che operano a terra sono oltre 100 mila, per un totale che si aggira attorno ai 125 mila lavoratori.
Anche a Chioggia si evidenziano molte difficoltà: i giovani non vogliono più intraprendere la vita del pescatore ritenuta complicata e faticosa e gli armatori faticano a trovare l’equipaggio. Il numero di pescherecci è drasticamente calato negli ultimi anni anche per le tante difficoltà e le nuove leggi che rendono sempre più complicata e poco remunerativa l’uscita in mare.
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