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LA POLEMICA

Mensa: “Portare il cibo a casa, proibito dal 2004”

Il sindaco replica a Stecco (M5s): “Inutile polemica, lo vietano le norme igienico sanitarie”

Mensa: “Portare il cibo a casa, proibito dal 2004”

Il sindaco replica a Stecco (M5s): “Inutile polemica, lo vietano le norme igienico sanitarie”

CHIOGGIA – “Portare a casa il cibo non consumato a scuola è proibito dal 2004, il consigliere Stecco non conosce i regolamenti”. Il sindaco Mauro Armelao, dopo due giorni di silenzio, interviene sulla polemica mensa. Molti genitori si sono lamentati del fatto che i figli non possono più portare a casa il cibo non consumato a scuola, come hanno fatto in queste ultime settimane. Una protesta alimentata, nei giorni scorsi, dalle parole del consigliere del Movimento 5 Stelle Daniele Stecco.

“Ancora una volta il consigliere parla senza conoscere la realtà sapendo fare solo dell’inutile polemica – il commento del primo cittadino - Ai bambini è vietato portare a casa il cibo non consumato a scuola. Il consigliere Stecco deve essersi distratto se non ricorda la regola da sempre ribadita dal 2004, anche durante il suo mandato, per la quale la possibilità di distribuzione e utilizzo di cibo avanzato nelle mense scolastiche è possibile solo laddove possa essere garantito il rispetto degli obblighi sulla sicurezza alimentare”.

Si tratta del rispetto delle normative del cosiddetto "pacchetto igiene" entrato in vigore nel 2004 e a supporto della normativa, nella giurisprudenza della Corte di Cassazione si trovano numerose prese di posizione. “Chiunque detiene per la somministrazione un prodotto non conforme alla normativa (il che può essere semplicemente uno yogurt in cartella per il quale non sono state mantenute le temperature imposte dalla normativa per la corretta conservazione o un pane non opportunamente sigillato ed esposto pertanto a contaminazione batterica) – spiega ancora il sindaco - deve rispondere a titolo di colpa per non aver eseguito i controlli necessari per permettere il consumo del prodotto consegnato. Perché il cibo avanzato possa essere portato a casa, devono necessariamente essere garantite tutte le misure igieniche del caso.

L'interpretazione sottile secondo cui "la ditta non vuole che le famiglie si rendano conto della qualità di ciò che viene servito ai bambini", è assolutamente strumentale e fuori luogo, così come il riferimento al chilometro 0, che faceva parte di accordi specifici tra la precedente Amministrazione e la ditta cessata dalla gestione del servizio, in deroga al capitolato allora in essere. Stiamo erogando un servizio diverso dal precedente con interlocutori diversi e un diverso capitolato. Sottolineo che il riferimento al km0, facendo parte di accordi ad hoc tra Amministrazione e ditta per superare un momento di estrema criticità del servizio, non risultava né da menu né da capitolato. Il consigliere deve aver fatto una confusione temporale o è stato frettoloso e incauto nelle esternazioni che sono anche irrispettose nei confronti di tutte le persone coinvolte. Degli insegnanti in primis, che quotidianamente vigilano sui pasti dei nostri bambini e che sono i primi garanti del rispetto delle regole a tutela della salute degli alunni”.

Stecco aveva anche sollevato la possibilità che gli avanzi potessero utilizzati il giorno dopo: “Probabilmente – conclude il sindaco – si dimentica o ignora che il menù varia ogni giorno, in base ai dettami della Ulss. Su questo punto, tra l’altro, durate la recente commissione ho invitato gli esperti a preparare menu più appetibili per i bambini, sempre in base alle regole nutrizionali. Se il consigliere Stecco voleva cercare un minimo di visibilità, non doveva strumentalizzare un tema così delicato e che impatta direttamente sulle famiglie”.

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