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DEGRADO
01.03.2024 - 21:34
Spettacolo raccapricciante a cui ci si trova di fronte in via Lezze, sull’argine dell’Adige
CAVARZERE - Scatolette di tonno, lattine, attrezzi di vario genere, carte, vestiti, plastica e perfino una lavatrice. Il tutto, bruciato con un bel falò.
E’ questo lo spettacolo raccapricciante a cui ci si trova di fronte in via Lezze, sull’argine dell’Adige, nel territorio del Comune di Cavarzere. Il luogo si trova, più o meno all’altezza della pizzeria “Grande Fratello”, proseguendo nella strada si sale sull’argine e lì si trova un boschetto di acacie, proprio accanto a questo boschetto, vi è una zona nascosta dove alcuni incivili hanno l’abitudine di abbandonare i loro rifiuti.
Ed è proprio in questo luogo nascosto che alcuni giorni fa qualcuno ha abbandonato una quantità di rifiuti importante e poi gli ha dato fuoco. Difficile anche individuate di preciso che cosa è stato bruciato perché ormai la maggior parte delle cose sono risultate completamente carbonizzate e quindi irriconoscibili. Una tecnica utilizzata proprio per non essere scoperti, perché molte volte andando ad analizzare i rifiuti abbandonati si riesce a risalire all’identità della persona che ha commesso questo gesto. “L’abbandono è un problema generalizzato –ha spiegato l’assessore Marco Grandi-. Io partecipo spesso alle riunioni di consorzio di bacino e quindi è un fatto che purtroppo grava su tutti i Comuni. Poi, quelli che hanno un’estensione territoriale molto ampia e una densità bassa, con campi e argini, come il Comune di Cavarzere, sono maggiormente esposti. E’ un fenomeno che riguarda sia il territorio che le isole ecologiche. Noi stiamo cercando di razionalizzare le isole ecologiche, ne abbiamo spostata più di qualcuna con efficaci risultati, quantomeno di diminuzione dei fenomeni di sversamento. Abbiamo provveduto a toglierle da facili accessi stradali, esporle meno al passaggio e magari metterle in aree dove sversare un rifiuto può esporre il trasgressore a essere visto e quindi potenzialmente identificato e sanzionato”.
“L’abbandono sugli argini rimane un problema enorme – ha continuato Grandi- e quindi, far affidamento sul buonsenso della cittadinanza cercando di far capire che poi grava sulle tasche di tutti, è un impegno che ci siamo presi e che continuiamo a portare avanti. Per quanto riguarda la sorveglianza, a parte essere normata in maniera molto rigorosa, i costi sono elevatissimi quindi è impensabile riuscire a sorvegliare un territorio come il nostro. Abbiamo fatto dei primi passi con risultati in questo senso, cioè abbiamo combinato la sorveglianza specifica di qualche isola ecologica particolarmente esposta all’abbandono mettendo queste telecamere e quindi questo ha favorito sicuramente in qualche situazione la riduzione dell’abbandono. Sicuramente la volontà è quella di elevare al massimo anche la capacità sanzionatoria, ma il vero deterrente è quello di riuscire ad essere efficaci a 360 gradi”.
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