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Cavarzere
28.04.2024 - 18:36
CAVARZERE - Lo aveva annunciato durante la visita, lo scorso marzo, a Cassino per l’anniversario dell’80esimo anno dalla distruzione della città laziale nel corso della Seconda Guerra Mondiale. “Ho chiesto ufficialmente al presidente della Repubblica, attraverso il Prefetto di Venezia, un riconoscimento formale per le tante vite sacrificate e per la distruzione di gran parte del territorio cavarzerano - le parole del sindaco, Pierfrancesco Munari - insieme alla possibilità di accogliere lo stesso presidente della Repubblica qui in città”.
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Munari aveva infatti presentato al prefetto Darco Pellos la documentazione finalizzata alla richiesta di conferimento alla Città di Cavarzere di un riconoscimento in onore del sacrificio dei cittadini, che, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, hanno immolato la propria vita per i valori della pace e della libertà. “79 anni sono passati dalla terribile distruzione della nostra città, senza alcun riconoscimento del sacrificio reso - ha commentato in questi giorni il primo cittadino - mi auguro con tutto il cuore che il prossimo anno, festeggiando l’80simo anniversario, possa essere riconosciuto il giusto merito a Cavarzere e ai suoi martiri. La richiesta al presidente della Repubblica è stata protocollata ed ora attendiamo fiduciosi e speranzosi”.
I bombardamenti su Cavarzere, infatti, smisero il tardo pomeriggio del 27 aprile 1945. Ma erano già quasi nove mesi che gli aerei facevano piovere bombe nella città tra Adige e Gorzone. Il 28 luglio 1944 segnò un giorno fatale per Cavarzere, con il primo bombardamento aereo che prense di mira il ponte ferroviario sull’Adige. L’ospedale, la casa di riposo, la distilleria e numerose abitazioni subirono, in quei lunghi mesi, danni irreparabili. Il 4 agosto le bombe colpirono il ponte ferroviario che venne distrutto, ma furono altri 25 i bombardamenti che colpirono la città fino al 31 dicembre, causando la morte di oltre cento persone, e facendo fuggire tutti dal centro verso le campagne circostanti.
I continui attacchi trasformarono Cavarzere in un deserto nel gennaio 1945, come descritto nel diario di monsignor Giuseppe Scarpa, arciprete del Duomo di San Mauro. Le incursioni aeree proseguirono colpendo la distilleria, il linificio, la stazione ferroviaria e il centro cittadino. Dal 23 al 27 aprile la chiesa di San Giuseppe, il Duomo di San Mauro, e palazzo Barbiani, sede del municipio, insieme al ponte pedonale sull’Adige, vennero praticamente rasi al suolo.
Solo il 27 aprile, con l’arrivo del sottotenente Riccardo Bisogniero, alla guida della brigata “Cremona”, portò la liberazione in una città completamente devastata. Proprio Bisogniero, nel 2007, dopo la pensione e dopo aver raggiunto il grado di generale, venne a Cavarzere per una serie di iniziative legate proprio alla liberazione della città. “Ai giovani dico: questa è l’occasione per meditare sulle sofferenze e i sacrifici di chi ha combattuto eroicamente, consegnando loro una città ricostruita - le parole del generale pronunciate quel 24 aprile 2007 - in questa città i combattimenti sono stati il simbolo dell’unità del Paese”. Scomparso nel marzo 2018, al generale Riccardo Bisogniero, Cavarzere ha dedicato una via. E ora, l’amministrazione comunale spera in un riconoscimento per il valore civile della Città, dimostrato durante quella sanguinosa guerra.
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