Cerca

LAGUNA

Il Mose a rischio stress: lo studio di Ca' Foscari lancia l'allarme

Uno studio dell'Università Ca' Foscari mette in luce i rischi futuri per il sistema di barriere mobili del Mose, considerando gli scenari di cambiamento climatico e l'innalzamento del livello del mare

Mose, prove di sollevamento a Chioggia

Un recente studio coordinato dall'Università Ca' Foscari di Venezia, pubblicato sulla rivista "Regional Environmental Change", ha sollevato preoccupazioni riguardo la sostenibilità del Mose, il sistema di barriere mobili progettato per proteggere la città lagunare dalle acque alte.

IL MOSE: UN'INFRASTRUTTURA A RISCHIO
Secondo la ricerca, il Mose potrebbe essere inutilizzabile molto prima di quanto previsto dai suoi progettisti, più di 40 anni fa. Questo a causa del cambiamento climatico e dell'innalzamento del livello del mare, fattori che non erano stati presi in considerazione durante la progettazione dell'infrastruttura. Se il sistema a barriere mobili venisse attivato con previsioni di marea a partire da 110 centimetri sul medio mare, potrebbero essere superati i 50 giorni consecutivi di chiusura della laguna nell'ultimo quarto di secolo.

LE STRATEGIE PER IL FUTURO
Per i ricercatori, le strategie da adottare dovrebbero seguire due strade. Nel breve-medio periodo, si dovrebbe ridurre il numero di chiusure per mantenere l'infrastruttura, ad esempio alzando la soglia oltre gli attuali 110 centimetri di marea. Questo implicherebbe proteggere i punti della città che verrebbero comunque sommersi fino alla soglia di attivazione. Per il lungo periodo, invece, «serve definire e sperimentare fin d’ora nuove strategie per affrontare la crescita del livello del mare quando il Mose non sarà più sufficiente», affermano gli autori dello studio.

UN APPROCCIO INTEGRATO PER LA SALVAGUARDIA DI VENEZIA
«I nostri risultati evidenziano l'importanza di integrare e rivedere le strategie di salvaguardia della città, considerando l'innalzamento del livello del mare e le sue implicazioni economiche e ambientali», afferma Carlo Giupponi, professore di Economia Ambientale a Ca’ Foscari e coordinatore dello studio. È cruciale un approccio integrato, socioeconomico e ambientale, capace di gestire con efficacia i possibili scenari futuri, per proteggere questo patrimonio unico.

MISURE DI ADATTAMENTO E PREVENZIONE
Lo studio sottolinea l'urgenza di adottare misure di adattamento e prevenzione per salvaguardare Venezia, il suo patrimonio culturale e il suo ambiente, di fronte ai cambiamenti climatici. Tra le strategie menzionate, il pompaggio di acqua marina nelle falde per contrastare la subsidenza e alzare la città, oppure la netta separazione tra laguna e mare similmente a quanto accaduto in Olanda, con dighe di protezione. Questi scenari richiedono anche forti investimenti sul sistema fognario, ritenuto inadeguato nella maggior parte della città, l’eventuale deviazione di oltre 25 piccoli fiumi e canali che continuano a sfociare in laguna, e lo spostamento del porto in mare aperto.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400