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Il caso
03.06.2024 - 16:04
Andrea Favero è accusato dell'omicidio di Giada Zanola
PADOVA - Andrea Favero, ex fidanzato di Giada Zanola, la donna precipitata e morta mercoledì notte dal cavalcavia di Vigonza sulla A4, avrebbe fatto parziali ammissioni davanti alla polizia, per poi ritrattarle durante l’interrogatorio con il pm. “L'ho afferrata per le ginocchia e l'ho sollevata oltre la ringhiera” avrebbe detto spiegando la dinamica di quello che si pensa ora essere un omicidio (all’inizio si era parlato di suicidio). Tra l'altro dall'autopsia compiuta sul corpo della giovane donna, sarebbe emerso che Giada era viva quando è precipitata dal cavalcavia.
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Favero davanti al pubblico ministero Giorgio Falcone ha fatto scena muta parlando di un vuoto di memoria su quanto successo quella notte. La parziale ammissione di Favero, spiega il Corriere della Sera, è contenuta nelle cosiddette sit (sommarie informazioni testimoniali) che non possono essere utilizzate come prova in sede di un futuro processo, ma che costituiscono sicuramente un elemento indiziario importante inserito agli atti e contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Favero, nel successivo interrogatorio in carcere, ha continuato a tacere, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
Quella notte Andrea e Giada erano assieme sul ponte e stando alla sua prima versione dopo la lite l’avrebbe presa per le ginocchia mentre erano entrambi sul gradino, alto circa 80 centimetri, del parapetto e da qui l’avrebbe sollevata per la residua altezza della ringhiera. Quindi la donna è precipitata da un’altezza di 15 metri. Il corpo è stato prima schivato da alcune auto in transito e poi centrato da un camion in corsa.
L'autopsia ha accertato che la donna era ancora viva quando è precipitata dal cavalcavia. Per verificare invece se era sotto l'effetto di sostanze si dovrà attendere i risultati dell'esame tossicologico che si conosceranno tra circa un mese.
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