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L’ESPOSIZIONE
04.06.2024 - 07:02
Oggetti della Seconda guerra mondiale riutilizzati: elmetti diventati bilance, bossoli come vasi
CAVARZERE - Un elmetto per raccogliere le braci della “munega”, o per fare da piatto della bilancia, ma pure modificato per diventare un imbuto. Al termine della Seconda guerra mondiale la distruzione e la povertà, a Cavarzere, regnavano sovrane. Tanto quanto l’ingegno dei cavarzerani che cercavano di riutilizzare quello che aveva lasciato a terra il conflitto mondiale, per le più disparate esigenze.
A raccontarlo in una formidabile esposizione è Alessio Mattiazzi, che ha allestito la vetrina in Corso Italia 36 a Cavarzere con quelli che ha definito “riutilizzi bellici”, promossi sulla pagina Facebook “La nostra storia”.
“Siamo felici di annunciarvi che le tende della ‘Vetrina dei ricordi’ sono state ufficialmente riaperte - ha annunciato Mattiazzi - da oggi potrete ammirare i ‘Riutilizzi bellici’, oggetti di origine militare riconvertiti da contadini o artigiani del nostro territorio. Passate a dare un’occhiata”. Mattiazzi ha esposto pezzi davvero incredibili, realizzati, appunto, da elmetti, bossoli, gavette, bombe a mano, tubi portamaschera, bauli e borracce. Oggetti trasformati in attrezzi per dare da mangiare agli animali, calamai o portapenne, elemosiniere, piombi da muratore, fornelletti per la pece o lampade da tavolo, cassette per attrezzi e vasi ornamentali.
Una mostra di oggetti che celebrano la sapienza di donne e uomini del tempo, e che ristabiliscono una dignità agli oggetti, oggi che il consumismo è così dilagante da esserne tutti abituati.
A celebrare l’esposizione anche il sindaco Pierfrancesco Munari, passato a trovare Mattiazzi in Corso Italia 36. “La sua passione lo porta a cambiare spesso gli oggetti in vetrina in modo da condividere con tutti noi questi cimeli d’altri tempi” ha sottolineato il primo cittadino.
Un vero e proprio pezzo di storia che per moltissimi è talmente lontana da non essere quasi percepibile, ma che dovrebbe invece essere patrimonio di tutti. E un buon inizio per riallacciare quel filo lontano è passare davanti alla vetrina di Corso Italia 36.
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