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CAVARZERE
26.06.2024 - 09:09
Sacchi attorno a un fontanazzo a Cavarzere
Il sindaco Munari preoccupato: “Continuo monitoraggio, ma la situazione non migliorerà”
CAVARZERE - La piena dell’Adige sta sfiancando Cavarzere. Da almeno sei settimane sta infatti mettendo a dura prova tutto il territorio, come già successo in passato, ma mai per così lungo tempo. Lo sottolinea il primo cittadino Pierfrancesco Munari, che non nasconde preoccupazione, anche se sottolinea “il monitoraggio è costante e continuo, grazie anche alla nostra Protezione Civile”.
Ieri il maltempo che fortunatamente ha solo lambito Cavarzere, ha tuttavia lasciato quel tributo di acqua di cui il corso del fiume non aveva certo bisogno. “Oramai sono oltre 45 giorni - spiega il sindaco - Il livello dell’Adige è sopra i livelli di guardia tra troppi giorni e per la prima volta nella storia per tutte queste settimane. Negli altri anni abbiamo avuto picchi alti ma per periodi più brevi, per cui con l’abbassamento del livello, gli argini tenevano meglio”.
In questi lunghi 45 giorni, invece, il territorio lotta con i fontanazzi, ovvero con le infiltrazioni d’acqua dai terreni vicino agli argini, che sono una sentinella d’allarme rispetto al cedimento degli stessi.
Il pericolo più grande è che l’acqua si infiltri a livello delle abitazioni, decretando cedimenti strutturali.
“Il Genio di Padova e di Rovigo sono in costante contatto con l’amministrazione - spiega ancora il sindaco Munari - e anche la nostra Protezione Civile sta dando una grossa mano”.
Ma la situazione per il primo cittadino non è destinata a migliorare. Le previsioni, infatti danno ancora pioggia nei prossimi giorni. “In alta quota, invece, ha nevicato - continua Munari - e questa neve diventerà acqua che va a innalzare il livello del fiume”. Nelle frazioni come San Giuseppe ha addirittura lambito le abitazioni.
Che l’Adige sia a forte rischio lo ha dichiarato anche Legambiente nei giorni scorsi. “Il fiume è in crisi. L’allerta idrogeologica prolungata del fiume mette in crisi la sua capacità depurativa, e a preoccupare è la combinazione di batteri fecali e pressione antropica”. L’organizzazione ambientalista aggiunge con la vicepresidente Giulia Bacchiega: “L’Adige è sotto stress idrogeologico da oltre 70 giorni consecutivi e questa situazione ci preoccupa fortemente poiché se è vero che deriva dalle eccezionali precipitazioni a cui abbiamo assistito in questi mesi, è altrettanto evidente che questo perdurare dell’emergenza idraulica si intreccia con lo scadente stato di salute morfologica del fiume cioè la riduzione dello spazio vitale per lo scorrimento delle acque e la relativa riduzione della capacità di assorbire e far defluire le acque in caso di piena. Di conseguenza, come dimostrano i risultati delle indagini di Legambiente eseguite proprio in questo intervallo temporale di criticità idrogeologica, gli impianti di depurazione vengono sottoposti ad eccessivo stress con la riduzione della capacità di depurare efficacemente le acque degli scarichi civili ed industriali che si riversano nel fiume, restituendoci valori di allerta per la qualità delle acque. E se il fiume esonda, è bene ricordarlo, queste acque contaminate da batteri fecali e altro finiscono nelle nostre strade, case, campi, orti e giardini”.
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