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Cavarzere
23.07.2024 - 22:04
CAVARZERE - La serata di sabato scorso rimarrà sicuramente nel cuore e nella memoria delle oltre mille persone che non hanno voluto mancare a un appuntamento sempre più atteso e sentito. Tanta aspettativa grazie alla eccezionale bravura degli interpreti che il maestro Renzo Banzato ha voluto accanto a sé per sottolineare due importanti ricorrenze: il centenario della morte di Giacomo Puccini e il 35esimo anniversario della fondazione del Coro “Tullio Serafin”.
Ancora una volta gli oltre cento elementi dell’Orchestra Sinfonica e Coro Tullio Serafin, sotto la sicura direzione del maestro Banzato, hanno colto un successo pieno e meritato. Il numeroso pubblico presente ha dimostrato, infatti, di aver gradito moltissimo il programma della dodicesima edizione della “Grande lirica sotto le stelle”, realizzata dall’assessorato alla Cultura della Città di Cavarzere e resa possibile grazie alla sensibilità di Adriatic Lng, Banca Adria Colli Euganei, Ditta Commerciale Ferramenta e Agenzia di Viaggi Fulvia Tour.
Il programma, ben impostato dal maestro Banzato, è stato magistralmente eseguito da orchestra e coro, affiancati da tre solisti di eccezionale bravura, tanto che in città si continua a parlare dell’evento in termini entusiastici. Inatteso, ma graditissimo, l’inizio affidato alle note del celebre Va, pensiero, scelta con la quale Banzato ha desiderato sottolineare la proclamazione, ufficializzata dall’Unesco lo scorso 6 dicembre, del Canto lirico italiano come Patrimonio dell’Umanità. Al celebre coro verdiano, reso con grande afflato e intensità, è seguita (come da tradizione) l’esecuzione dell’Inno nazionale, seguita in piedi da tutti i presenti.
Il concerto, che ha goduto del patrocinio della Regione Veneto, ha inizialmente proposto alcuni brani legati al repertorio storico del coro, come La gitana da Il trovatore, o Coro delle Incudini, con l’inserimento di queste ultime nell’organico orchestrale. Dopo una brillante e sicura esecuzione del coro È l’Assiria una regina, da Nabucco, è stato proposto il maestoso concertato Regina coeli, inneggiamo, il Signor non è morto da Cavalleria Rusticana, dove il soprano Chiara Milini, ha efficacemente dialogato con coro e orchestra. Le due compagini hanno poi proseguito il dialogo con il basso Luca Gallo, che ha presentato Il lacerato spirito, toccante aria tratta da Simon Boccanegra. Il basso bolognese è stato quindi assai apprezzato nel brioso e frizzante Catalogo di Leporello dal Don Giovanni mozartiano, proposto con scioltezza e padronanza.
Una parte rilevante del concerto, egregiamente presentato da Vanessa Banzato, è stata dedicata a Puccini. L’omaggio al compositore lucchese è iniziato con una stupenda e accorata interpretazione dell’aria E lucevan le stelle, da Tosca, dove sono emerse la pienezza vocale e l’intensità espressiva di Matteo Mezzaro, doti che il bravissimo tenore ha ulteriormente messo in evidenza con una strepitosa esecuzione, accompagnata dalla sezione femminile del coro, del celebre Nessun dorma! da Turandot, accolta da entusiastiche ovazioni da parte del vasto pubblico. Nella delicata aria O mio babbino caro, da Gianni Schicchi, è emersa la duttile vocalità e l’eleganza interpretativa dell’ottimo soprano Chiara Milini, caratteristiche successivamente confermate anche nell’esecuzione di Un bel dì vedremo, da Madama Butterfly, dove la solista ha saputo rendere, con appropriato gusto e morbidezza vocale, la fragile e tenera figura di Cio Cio San.
Intensa e a tratti commovente l’interpretazione, da parte di Luca Gallo, del saluto con il quale Colline, ne La Bohème, si separa dalla propria “zimarra”. Nella stessa opera Mezzaro e Milini si sono calati magnificamente nei ruoli di Alfredo e Mimì, per proporre l’emozionante duetto collocato nel Finale del I Atto. L'orchestra ha accuratamente sostenuto coro e solisti e ha incantato il pubblico dapprima nel delicatissimo Intermezzo da Suor Angelica e quindi nel trascinante Intermezzo da Manon Lescaut, reso dai validi professori d’orchestra (tra i quali vi sono molti docenti di conservatorio) in modo appassionato e coinvolgente.
Gran finale affidato alla Turandot, opera lasciata incompiuta da Puccini e completata da Alfano: attraverso l’imponente affresco sinfonico corale Diecimila anni al nostro Imperatore! sono emerse la potenza e ricchezza espressiva del coro, affiancato dal soprano. L’esecuzione del brano ha saputo incantare il numerosissimo pubblico, affascinato dallo splendore e ricchezza timbrica della pagina pucciniana, grazie a un’avvincente interpretazione che ha fatto letteralmente vibrare l’intera piazza del Municipio. Il tutto è stato accolto da ripetute standing ovation da parte di un pubblico attento e molto caloroso, che ha tributato entusiastici consensi ai protagonisti del concerto e si è prodotto in numerose richieste di bis. Con l’esecuzione del gioioso Brindisi da La traviata di Verdi, del quale è stato richiesto e concesso il bis, sono tornati sul palco tutti i protagonisti della serata.
Presenti, tra il pubblico, anche il vescovo di Chioggia monsignor Giampaolo Dianin, accompagnato dal vicario generale don Simone Zocca e dall’arciprete don Andrea Rosada, i quali hanno manifestato il proprio apprezzamento per la serata. Al termine del concerto il sindaco Pierfrancesco Munari, presente insieme all’assessore alla Cultura Ilaria Turatti e al presidente del consiglio comunale Roberta Fava, si è complimentato con i protagonisti dell’evento e, a nome dell’amministrazione comunale, ha consegnato un omaggio ai solisti, al primo violino, alla presentatrice, al maestro Banzato, alla responsabile di Adriatic Lng Giorgia Fonsatti, al presidente di Banca Adria Colli Euganei Mauro Giuriolo, al responsabile della Ditta Commerciale Ferramenta Primo Nuvoletto e al titolare dell’Agenzia Fulvia Tour Nicola Guarnieri.
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