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24.09.2024 - 08:00
CHIOGGIA – Servizio scuolabus partito in ritardo: “Perchè non si sono messi i soldi a bilancio?”. A chiederselo, in consiglio comunale, la consigliera di Obbiettivo Chioggia Alessandra Penzo che, con una interpellanza ha chiesto le motivazioni all’assessore ai Servizi Sociali Sandro Marangon: “Facendolo partire con 20 giorni di ritardo il Comune ha risparmiato 60mila euro – ha detto la Penzo – e ho anche sentito nei giorni scorsi dire dalla Maggioranza che lo scuolabus non è un servizio essenziale, ma in più che il Comune dà alle famiglie. In questa città c’è sempre stato lo scuolabus. Dire adesso che è un servizio in più mi sembra davvero pura follia”.
“Non siamo folli o incapaci – il commento dell’assessore ai servizi sociali Sandro Marangon – Non sono 20 giorni, ma solo 7 di mancato servizio e non c’è nessun ritardo, ma una scelta condivisa con chi lo gestisce. I costi sono alti, circa 553mila euro a fronte di un’entrata di 32mila euro. A testa, a bambino, costa oltre tremila euro. Tanti comuni stanno dismettendo questi servizi che non sono obbligatori, i servizi essenziali sono altri, ma noi vogliamo comunque mantenerli. La ditta ci ha detto che, i primi 7 giorni, spesso gli scuolabus erano pieni al 50% perché molti bambini sono ad inserimento scolastico e tanti orari non sono definitivi. E così abbiamo fissato la data del 23 come inizio ufficiale del servizio. Effettivamente la comunicazione di quanto succedeva non è stata il massimo e molti genitori si erano preoccupati, ma non c’è nessun allarme o problema”.
“Se il Comune avesse fatto una commissione per avvisare i consiglieri del problema – ha concluso Penzo – non ci sarebbero state polemiche. Come sempre la comunicazione è lacunosa da parte della Maggioranza. Nel bilancio doveva comunque essere prevista una copertura del servizio e non è stato fatto, cercando all’ultimo minuto, una soluzione con la ditta che gestisce il servizio. Ci sono stati quindi più errori in un servizio di cui, a Chioggia, ci siamo sempre vantati. Non vorrei che la maggioranza lo vada a tagliare perché non lo ritiene obbligatorio”.
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