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24.09.2024 - 09:36
SOTTOMARINA - I Murazzi sono muraglioni in pietra d’Istria costruiti dalla fine del 1700 dalla Repubblica di Venezia per difendere i centri abitati della laguna dall’erosione del mare.
Sono divisi in tre parti, una, sull’isola del Lido, una seconda sull’isola di Pellestrina fino a Cà Roman, una terza, nel litorale di Sottomarina, inizia dal Forte San Felice fino al centro di Sottomarina per circa 1200 metri. La loro costruzione risale al 1700: erano lunghi più di 5 chilometri, con una larghezza che supera i trecento metri. Sono stati costruiti utilizzando delle pietre quadrate, in particolare pietre d’Istria. Inizialmente sembrava una costruzione impossibile vista la grandezza dell’opera e la mancanza.
I Murazzi cessarono la loro funzione tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, quando il mare cominciò a ritirarsi e si sono trasformati in una simbolica linea di demarcazione fra la “vecchia” e la “nuova” Sottomarina. Ora i Murazzi distano dal mare circa un chilometro.
Anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin interviene sull’accaduto. “Un altro pezzo del Murazzo storico di Sottomarina che se ne va. E stavolta non per l’azione del tempo e degli agenti atmosferici, per quanto inquinati dal gas di scarico delle auto - commenta Baldin - Sono stata allertata stamane da alcuni attivisti di quanto stava accadendo nella parte vecchia della penisola sul mare. Ovvero che il personale adibito alla posa di due tubi, presumibilmente adibiti all’erogazione del servizio elettrico, hanno frantumato una parte della struttura settecentesca, pensata dalla Repubblica Serenissima per proteggere l’abitato dalle mareggiate”. Nonostante segnalazioni e l’invio di posta certificata all’attenzione della Soprintendenza per i Beni Ambientali di Venezia, lo sfregio è stato compiuto: “C’è da chiedersi -prosegue la consigliera- se essa fosse a conoscenza del progetto, se lo ha in qualche modo autorizzato, e se dal Comune di Chioggia sia pervenuto il via libera alle opere così come sono state eseguite”.
Intanto le forze dell’ordine hanno apposto i sigilli al cantiere, in attesa di perfezionare le indagini e le eventuali denunce. Baldin preannuncia il deposito di un’interrogazione rivolta al presidente veneto Zaia, per chiedere se la Regione fosse a conoscenza dei gravi fatti accaduti, anche dato il suo ruolo nella salvaguardia dei monumenti.
“E’ almeno la seconda volta in pochi anni -aggiunge l’esponente del M5S- che a Chioggia i lavori mal eseguiti, trascendenti i limiti della loro approvazione, rovinano per sempre aspetti dell’eredità dei secoli passati. Era già accaduto con la centenaria casa dei maestri cordai di fronte al cimitero di Borgo San Giovanni, abbattuta per far posto a una nuova costruzione residenziale, ora del tutto bloccata. E poche settimane fa era giunta notizia della soppressione di un altro manufatto settecentesco in località Brondolo, presente anche nelle mappe napoleoniche, al fine di gettare nuove colate di cemento per ricavarne abitazioni”. “Mi domando -conclude Erika Baldin- fino a quando le autorità locali continueranno ad abusare della pazienza della cittadinanza, che per fortuna stavolta ha tenuto gli occhi bene aperti ed è scesa in calle a protestare contro lo scempio in atto”.
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