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14.10.2024 - 14:08
CHIOGGIA - Nel fine settimana la città ha accolto la nave “Chioggia”, un cacciamine costiero della Marina Militare Italiana, attraccato alle banchine della Marittima di Isola Saloni. L'unità navale è arrivata in occasione della manifestazione “7 Mari”, che ha ereditato l'importanza di “Ottobre Blu”, evento locale dedicato al mare e alla cultura marittima. La nave è una delle otto unità gemelle appartenenti alla classe “Gaeta” e svolge una funzione chiave per la sicurezza marittima. Progettata per la localizzazione e la neutralizzazione di mine navali, è dotata di tecnologie avanzate tra cui un sofisticato sistema sonar che può operare fino a 270 metri di profondità. Inoltre la nave è equipaggiata con veicoli filoguidati Rov (Remote Operated Vehicle) che consentono di esplorare i fondali marini fino a 600 metri di profondità. Questi strumenti permettono di identificare e investigare oggetti sospetti che giacciono sui fondali, come le mine navali risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, che ancora oggi rappresentano un pericolo. Durante le operazioni, il sonar della nave scandaglia i fondali inviando segnali che rimbalzano sugli oggetti trovati, se il segnale ricevuto indica la presenza di un oggetto metallico sospetto, gli operatori inviano i veicoli Rov per una verifica visiva. Questi veicoli sono dotati di telecamere e strumenti che permettono agli operatori di identificare eventuali mine e, se necessario, rimuoverle in sicurezza. Una volta confermata la presenza di un ordigno, il veicolo è in grado di posizionare cariche esplosive per neutralizzare la minaccia, garantendo la sicurezza della nave e del personale. Aspetto interessante della nave è il suo scafo in vetroresina, un materiale non metallico che riduce le interferenze magnetiche, fattore critico quando si operano in aree minate, in quanto le mine moderne sono progettate per esplodere in risposta ai cambiamenti nei campi magnetici. Il personale di bordo, composto da circa 50 persone, include anche i palombari, esperti subacquei addestrati per operare a stretto contatto con gli ordigni, che spesso collaborano con le autorità culturali per l'archeologia subacquea, svolgono un ruolo essenziale nella classificazione e distruzione delle mine e sono in grado di eseguire immersioni fino a profondità di 300 metri grazie al supporto della nave madre, “Anteo”. Il loro compito è delicato e pericoloso, dato che molte mine moderne sono dotate di sistemi avanzati che possono discriminare tra diversi tipi di navi o rilevare la presenza di un operatore subacqueo. Oltre alle operazioni di sminamento, la nave collabora con altre istituzioni, come l'Eni, per garantire la sicurezza delle infrastrutture sottomarine, come i gasdotti che collegano l'Italia ai paesi del Nord Africa, attività è diventata particolarmente rilevante negli ultimi anni, anche a seguito della guerra in Ucraina.
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