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IL CASO

Ipab Casson, è scontro aperto

Di Giovanni solleva dubbi sul concorso ma il consiglio respinge le accuse

“Ipab Casson, è un cda preparato”

CHIOGGIA - All’Ipab continuano le liti tra i rappresentanti dell’amministrazione comunale e la fuoriuscita Fratelli d’Italia. Questa volta tutto parte da una lettera del membro del consiglio di amministrazione all’Ipab Casson Giovanni Di Giovanni, rappresentante di Fdi, che chiede informazioni al presidente e al vice direttore in merito alla selezione per il nuovo direttore della struttura. Dubbi sono stati sollevati sugli argomenti della prova scritta e orale: “Saranno valutati su principi costituzionali, principi di diritto amministrativo che interessano le attività di diritto pubblico (atti e provvedimenti) degli enti pubblici non economici locali. Principi che regolano i contratti delle pubbliche amministrazioni, con particolare riguardo al codice dei contratti di cui al D.lgs. n. 163 del 2006; Principi generali di contabilità pubblica e dei bilanci delle Ipab; Fonti di legge e contrattuali di disciplina dei rapporti di lavoro; Legislazione regionale in materia di autorizzazioni all’esercizio ed accreditamento istituzionale e norme internazionali e nazionali in materia di qualità nel settore dei servizi socio sanitari. A prescindere dal fatto che ai candidati viene chiesto di prepararsi fondamentalmente su "principi", il che preclude la possibilità di accertare l'effettivo possesso di conoscenze ai fini dello svolgimento dell'incarico, ciò che più colpisce è il riferimento, nelle procedure di affidamento di appalti e/o contratti all'ordine del giorno in una struttura complessa come un'Ipab, non soltanto il riferimento a principi, ma addirittura a principi riferiti ad una legge abrogata, ossia il D.lgs. 163/2006, superata da ben due successici codici dei contratti”. Secondo Di Giovanni, dato che il bando non è modificabile e la normativa a cui si fa riferimento non è più esistente, si dovrebbe annullare in autotutela la procedura. La risposta del presidente del Consiglio di Amministrazione Antonio Serraino e degli altri membri del consiglio esclude questa ipotesi: “E’ alquanto discutibile che il consigliere Di Giovanni, poco presente sino ad oggi nei consigli di amministrazione, eccepisca l’ipotetica non validità del concorso a tempo determinato (e non come lui cita a “tempo indeterminato”) per ricoprire il posto di direttore. Il percorso sin d’ora intrapreso per l’individuazione di tale incarico è statoconcordato con la Regione del Veneto che non ha eccepito alcuna eccezione al bando in corso. Singolare è il fatto che il consigliere Di Giovanni si “agiti” anche questa volta, apparentemente in concomitanza dell’ennesima richiesta del suo collega di partito di transazione del debito nei confronti della Casson (chiaro il riferimento a Matteo Penzo, ndr). Agitazione che si manifesta con incomprensibili “dimenticanze” tra cui le autorizzazioni ricevute dal Ministero dell’Interno per la posizione di Serraino Antonio, al momento dell’insediamento. “Dimenticanze” che lo hanno portato ad abbandonare tra l’altro un consiglio di amministrazione dell’estate scorsa, perché la sua partecipazione in modalità “videochiamata” era in violazione delle norme in materia: in effetti partecipare a questi formali incontri non può avvenire lungo la battigia della spiaggia, in mezzo ad altre persone e sul luogo del lavoro (“carretto per la vendita ambulante di gelati e di bevande”).Ciò nonostante, si ribadisce che lo scopo del consigliere di amministrazione del CSA Casson deve sempre essere finalizzato alla buona condotta dell’Ente per garantire una dignitosa permanenza degli ospiti all’interno delle strutture. Proprio per questo si invita il consigliere Di Giovanni a ricordarsi le finalità per le quali è stato nominato. Ad esempio, iniziando a partecipare ai consigli di amministrazione, perché al momento le sue presenze sono le più basse tra tutti i componenti”.

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