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IL CASO
25.10.2024 - 12:14
Filippo Turetta, davanti alla Corte d'Assise di Venezia
"Ho pensato di rapirla, e anche di toglierle la vita, ero confuso, io volevo stare ancora assieme a lei". Così Filippo Turetta alle prime battute dell’interrogatorio per il femminicidio di Giulia Cecchettin, laureanda di Vigonovo uccisa quasi un anno fa, l’11 novembre 2023.
E andando avanti con il fuoco di fila delle domande, Turetta ha ammesso la premeditazione dell’omicidio.
Venerdì 25 ottobre è il primo giorno dell’interrogatorio a Filippo Turetta davanti alla Corte d’Assise di Venezia. In aula anche il padre di Giulia, Gino Cecchettin. Filippo Turetta, accusato dell'omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, è comparso davanti alla Corte d'Assise per raccontare la sua versione dei fatti. Un evento che ha attirato l'attenzione non solo per la gravità del crimine, ma anche per la presenza in aula di Gino Cecchettin, il padre della vittima, un uomo che cerca risposte e giustizia per la figlia perduta. Ha assistito all'interrogatorio con una compostezza che nasconde un dolore immenso.
Filippo Turetta, visibilmente teso, ha cercato di spiegare le circostanze che hanno portato alla tragica morte di Giulia. "Giulia ha cercato di scappare, l'ho colpita a caso con il coltello senza guardare", ha dichiarato, cercando di ricostruire quei momenti concitati. Le coltellate inferte alla ragazza sono state 75.
E' passato un anno dall'arresto di Turetta, avvenuto in Germania il 19 novembre 2023. Da allora, il giovane è stato detenuto nel carcere di Verona, un luogo che ha segnato il suo isolamento dal mondo esterno. La sua apparizione in tribunale, scortato dalla polizia penitenziaria e vestito con abiti semplici, ha rappresentato un momento cruciale non solo per la giustizia, ma anche per le famiglie coinvolte, che cercano di ricostruire un senso di normalità dopo la tragedia.
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