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Mestre
24.11.2024 - 16:47
Nel cuore del Bosco Ottolenghi, tra Favaro Veneto e Dese, un mistero avvolto nel fumo e nel silenzio ha catturato l'attenzione di un passante. Sabato mattina, un cittadino di Mestre, durante una passeggiata, si è imbattuto in una scena che sembrava uscita da un film noir: un'automobile completamente carbonizzata e una cassaforte scassinata, entrambe abbandonate e date alle fiamme. Questo ritrovamento ha immediatamente richiamato alla memoria i metodi della famigerata Mala del Brenta, l'organizzazione criminale che negli anni '80 imperversava nel Veneto.
IL RITROVAMENTO
Il ritrovamento è avvenuto nei pressi del Forte Cosenz. L'odore acre del bruciato e la vista del veicolo e del forziere carbonizzati hanno spinto il passante a contattare immediatamente le forze dell'ordine. La polizia, giunta sul posto, ha trovato la sbarra che inibisce l'accesso al sentiero rotta, un chiaro segno che qualcuno aveva pianificato con cura l'abbandono delle prove.
INDAGINI IN CORSO: UN TUFFO NEL PASSATO
Le indagini sono subito partite, con gli agenti impegnati a presidiare l'area per evitare contaminazioni e in attesa dei rilievi della scientifica. La domanda che sorge spontanea è: chi ha voluto sbarazzarsi di un'auto e di una cassaforte in questo modo? E perché proprio in questo luogo? La cassaforte, alta tra gli ottanta centimetri e il metro, non è facilmente collocabile in una casa, suggerendo che potrebbe provenire da un furto in un luogo più grande o da un'attività commerciale.
L'ECO DELLA MALA DEL BRENTA
Il modus operandi ricorda quello della Mala del Brenta, che negli anni '80 era solita far saltare casseforti e poi lavorarle con calma in luoghi isolati. Due anni fa, un episodio simile si era verificato quando, a causa della siccità, i fiumi prosciugati avevano rivelato quattro piccoli forzieri lungo l'idrovia Padova-Venezia. Sebbene non sia mai stato confermato che appartenessero alla Mala, l'episodio aveva riacceso l'interesse per i metodi di questa organizzazione criminale.
UN CRIMINE ATTUALE CON METODI DEL PASSATO?
La polizia sta cercando di stabilire se ci sia un collegamento tra questo ritrovamento e la recente ondata di furti in abitazioni nell'hinterland veneziano. La scelta del luogo, un bosco isolato, e il metodo utilizzato per distruggere le prove, suggeriscono una pianificazione meticolosa. Tuttavia, resta da vedere se si tratti di un emulatore della Mala del Brenta o di un gruppo criminale che ha deciso di adottare vecchi metodi per nuovi crimini.
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