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TURISMO
17.12.2024 - 11:21
bellemo
CHIOGGIA - Il settore balneare della costa veneta, e in generale di tutta l’Italia, si trova a fronteggiare una sfida senza precedenti: la carenza di bagnini di salvataggio. Il dato è allarmante, con un deficit di almeno 500 bagnini, pari alla metà di quelli necessari per garantire un’estate sicura lungo il litorale.
Questo scenario, aggravato da normative più stringenti sulla formazione, rischia di compromettere la sicurezza di residenti e visitatori. A preoccupare, però, ulteriormente il settore sono le nuove normative introdotte a luglio che prevedono l’innalzamento dell’età minima per diventare bagnini a 18 anni, formazione equiparata a quella sportiva agonistica e obbligo di istruttori certificati dal Coni. Regole che hanno portato al blocco di numerosi corsi di formazione, con un drastico calo nel rilascio di nuovi brevetti.
Giorgio Bellemo, presidente di Ascot, l’associazione che offre supporto e servizi per le spiagge del litorale di Sottomarina, Isola Verde e Rosolina, ha espresso le sue perplessità sulle novità introdotte dal decreto 85 riguardo alla figura degli assistenti bagnanti. “Il decreto ha il merito di restituire alla figura del bagnino, oggi chiamato assistente bagnanti, un giusto spessore professionale, aggiornandone il profilo e riconoscendone la centralità nella sicurezza delle nostre spiagge".
"Ci sono però alcuni punti che stanno già generando problemi. Uno su tutti è il monopolio di fatto dato alla Federazione Italiana Nuoto per l’organizzazione dei corsi di formazione. Questo esclude realtà storiche e consolidate come la Società Nazionale di Salvamento o la Federazione Europea Salvamento Acquatico, che da decenni formano professionisti qualificati. È una stortura che non solo limita l’offerta formativa, ma riduce le possibilità di accedere al brevetto per centinaia di aspiranti assistenti bagnanti”.
Altro punto critico riguarda l’età minima per esercitare la professione. “Un ragazzo può frequentare i corsi a 16 anni, ma non può lavorare fino al compimento del diciottesimo anno - ha continuato -. Questo significa che chi ha operato come bagnino minorenne nel 2024 non potrà continuare nel 2025. È un paradosso! Abbiamo proposto un emendamento per permettere a questi ragazzi di continuare a lavorare in una fase di transizione, ma finora non ci sono state risposte concrete”.
Ulderico Donà dei bagni dal Moro di Rosolina Mare riconosce alcuni aspetti positivi del decreto. “La professionalizzazione è necessaria, e prevedere corsi più articolati, con 30 ore di teoria e 100 ore di tirocinio, è un passo avanti - ha sottolineato - Sarà comunque un problema avere una squadra stabile e qualificata in queste condizioni. Parliamo di una figura professionale fondamentale per la sicurezza e il settore perderà competenze preziose”.
Bellemo comunque ha voluto precisare. “Il Decreto 85 può rappresentare un’opportunità per il settore, ma necessita di modifiche per evitare gravi ripercussioni sulla sicurezza e sull’organizzazione delle spiagge. Le associazioni di categoria stanno facendo la loro parte, ma ora spetta al Governo e al Parlamento intervenire tempestivamente. Non possiamo permetterci di arrivare impreparati alla prossima stagione”, ha concluso.
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