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Venezia

Mose, parte la nuova gestione

Il commissario straordinario lascia il posto all'Autorità per la Laguna

Il Mose di Venezia: una nuova era di gestione per la laguna

Il Mose, il sistema di dighe mobili progettato per proteggere Venezia dalle acque alte, è al centro di un significativo cambiamento amministrativo. Con un decreto legge approvato il 23 dicembre, il governo ha deciso di trasferire le competenze del commissario straordinario Elisabetta Spitz all'Autorità per la Laguna, guidata da Roberto Rossetto. Questo passaggio segna una nuova fase nella gestione di una delle opere più discusse e cruciali per la salvaguardia della Serenissima.

UN CAMBIO DI GUARDIA: DAL COMMISSARIO ALL'AUTORITÀ PER LA LAGUNA
La decisione di trasferire le competenze del commissario straordinario all'Autorità per la Laguna è stata formalizzata nel cosiddetto "decreto legge emergenze". Questo provvedimento, che include varie disposizioni urgenti per la laguna di Venezia, sancisce la fine dell'incarico di Elisabetta Spitz, nominata nel 2019 dopo l'evento disastroso dell'acqua granda. Il decreto prevede che, con la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, tutte le funzioni e le risorse finanziarie del commissario passino all'ente guidato da Rossetto.

LA NECESSITÀ DI SEMPLIFICAZIONE E CONTENIMENTO DEI COSTI
La relazione illustrativa del decreto legge sottolinea l'esigenza di semplificare l'assetto amministrativo del Mose e di contenere i costi complessivi. L'istituzione dell'Autorità per la Laguna mira a ridurre le sovrapposizioni di competenze tra i vari soggetti istituzionali coinvolti nella gestione dell'opera. Questo cambiamento è visto come un passo necessario per garantire un funzionamento più efficiente e coordinato del Mose, che ha già dimostrato la sua efficacia nel proteggere Venezia dalle maree eccezionali.

IL RUOLO DI ELISABETTA SPITZ E I RISULTATI OTTENUTI
Elisabetta Spitz, nominata commissario straordinario tre settimane dopo l'acqua granda del 2019, ha svolto un ruolo cruciale nel completamento del Mose. Sotto la sua guida, il sistema è stato alzato per la prima volta il 3 ottobre 2020, difendendo con successo la città dalle acque alte. Nonostante il suo incarico sia giunto al termine, gli atti e i provvedimenti adottati durante la sua gestione rimangono validi, garantendo continuità al lavoro svolto.

LE SFIDE FUTURE PER L'AUTORITÀ PER LA LAGUNA
Con il passaggio delle competenze all'Autorità per la Laguna, si apre una nuova fase di sfide e opportunità. Il presidente Rossetto è autorizzato a conferire due incarichi dirigenziali per accelerare l'operatività dell'ente. Inoltre, l'approvazione imminente dello statuto, a cui Rossetto ha lavorato nei mesi scorsi, rappresenta un passo fondamentale per il futuro della gestione della laguna.

IL CONTESTO POLITICO E LE POLEMICHE SUL RIFINANZIAMENTO
La decisione di voltare pagina nella gestione del Mose arriva in un contesto politico complesso, segnato dalle polemiche sul rifinanziamento della legge speciale per Venezia. Il governo Meloni ha stanziato solo 5 milioni di euro, a fronte di una richiesta del comune di 150 milioni l'anno per dieci anni. Questo divario ha sollevato critiche e preoccupazioni sulla capacità di finanziare adeguatamente la manutenzione e il funzionamento del Mose nel lungo termine.

UN'OPERA SIMBOLO E LE SUE IMPLICAZIONI PER VENEZIA
Il Mose rappresenta non solo un'opera ingegneristica di grande rilevanza, ma anche un simbolo delle sfide che Venezia deve affrontare per preservare il suo patrimonio unico al mondo. La transizione verso una nuova gestione amministrativa è un'opportunità per riflettere su come garantire la sostenibilità e l'efficacia di questo sistema nel tempo. La città lagunare, con la sua storia millenaria e la sua fragilità, continua a richiedere attenzione e impegno da parte delle istituzioni e della comunità internazionale.

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