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il cantiere infinito
10.01.2025 - 07:37
CHIOGGIA - Il destino del teatro Astra e il punto della situazione sul cantiere, sarà al centro, il 16 gennaio, di una commissione consigliare chiesta dall’opposizione e che permetterà di fare il punto anche sui lavori all’Arena Eleonora Duse che verrà coperta per permettere il suo utilizzo anche nei mesi invernali.
Inizialmente la commissione doveva tenersi a dicembre, ma è stata poi spostata all'8 gennaio. Questa almeno doveva essere la data scelta, in base anche a quanto aveva detto, in una seduta del consiglio comunale di dicembre, l’assessore ai Lavori Pubblici Angelo Mancin. La convocazione ufficiale ha invece fissato la commissione al pomeriggio del 16 gennaio, alle 16.30 in sala consiglio. Probabilmente i consiglieri che parteciperanno potranno anche effettuare un sopralluogo al cantiere del teatro Astra. Mentre quello per l’arena, infatti, è partito rapidamente grazie ai fondi del Pnrr, quello del teatro sembra il più complesso da sistemare.
L’edificio si trova in calle San Nicolò a poca distanza dall'auditorium e, quando sono cominciati i lavori per la ristrutturazione dell’edificio, nessuno avrebbe mai pensato che non si sarebbe mai vista la fine dei lavori, ormai a oltre 30 anni di distanza dalla sua acquisizione. L’immobile divenne comunale, infatti, addirittura negli anni ‘90 quando sindaco era Sandro Todaro. Era uno dei tanti cinema che animavano il centro storico di Chioggia prima della crisi che ha portato alla chiusura di tutte le sale cinematografiche ad eccezione del Don Bosco. L’iter per il recupero dell’immobile e la sua trasformazione in teatro è cominciato con la giunta Guarnieri e, da allora, si sono succedute molte altre amministrazioni (Romano Tiozzo, Casson, Ferro e ora Armelao), ma i lavori, anche per via della chiusura dei rubinetti da Roma per i fondi della Legge speciale, non si sono mai ultimati.
Anzi, per un lungo periodo il cantiere è rimasto fermo anche se il teatro era ultimato per un buon 80%. L’Astra è stato soggetto di un intervento di restauro interrotto nel 2010 a seguito di controversie con l'impresa esecutrice che si sono concluse con un accordo bonario e la conseguente chiusura del cantiere prima del completamento dei lavori a progetto. I lavori sono poi ripresi diversi anni dopo ma, al momento dell’entrata in cantiere da parte dell’impresa appaltatrice, sono state riscontrate delle difformità tra lo stato conoscitivo in fase di progetto e lo stato di fatto dell’immobile realizzato che si trovava ad un grezzo avanzato. Un cantiere, insomma, che sembra non avere davvero mai fine, uno dei più lunghi e lenti della storia del territorio clodiense.
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