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L’ESPERTO
10.01.2025 - 07:57
Paolo Tarolli
CHIOGGIA - L’agricoltura costiera subirà un notevole impatto a causa dell’intrusione del cuneo salino nelle acque fluviali. Questo è quanto emerge da una recente ricerca, guidata dal professor Paolo Tarolli del Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali (Tesaf) dell'Università di Padova. Lo studio ha come obiettivo individuare le cause principali del fenomeno a livello globale e quantificare l'estensione delle aree a rischio. In città, il tema ha riacceso la polemica sui ritardi nei lavori per il completamento della barriera contro il cuneo salino sul fiume Brenta, un progetto finanziato da anni ma ancora in stallo. La ricerca si è focalizzata sulle terre circostanti i grandi fiumi come il Nilo, il Gange e il Mekong, con alcuni rilevamenti anche nel Veneto, nella zona del delta del Po.
"I sistemi agricoli costieri hanno un valore economico significativo, ma sono anche di elevato valore naturalistico e socio-culturale - spiega Tarolli - Purtroppo, l'agricoltura costiera è sempre più minacciata dall'intrusione del cuneo salino, un fenomeno che porta l'acqua salata verso l'entroterra, sia in superficie che nel sottosuolo. Ciò comporta scarsità di acqua dolce, salinizzazione del suolo, perdita di fertilità e danni alle colture". Un problema che avrebbe dovuto essere risolto dal ponte sbarramento del cuneo salino che doveva essere costruito sul Brenta, ma che è stato bloccato dai numerosi ricorsi dei titolari delle darsene che insistevano sull'asta del fiume. I fondi ci sono ancora, ma non sono più sufficienti a coprire il costo dell'intera opera e tutto è ancora completamente fermo.
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