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IL COMMENTO
11.01.2025 - 15:39
Marco Dolfin, consigliere regionale e comunale della Lega
Chioggia – Il consigliere regionale Marco Dolfin ha recentemente espresso forti preoccupazioni sulla gestione della diffusione del granchio blu nelle lagune di Chioggia. Il commento arriva dopo la presentazione di uno studio commissionato dalla Fondazione della Pesca di Chioggia al Dipartimento di Scienze Ambientali dell’università Ca’ Foscari Venezia, che analizza l’impatto di questo predatore alieno sulle acque della zona.
Secondo Dolfin, sebbene lo studio sia un passo importante, l'approccio adottato dalle istituzioni locali appare troppo tardivo e privo di una visione imprenditoriale. “Ben vengano tutti gli studi del settore - ha dichiarato Dolfin - che erano stati messi in campo e che sono messi in campo da parte di enti, Regione, Governo, Fondazione Pesca e Comuni. Tutti quanti da tempo si sono attrezzati per cercare di ottenere informazioni utili a contrastare l’avanzata del granchio blu". Il consigliere, però, ha immediatamente aggiunto che, seppur apprezzando l’impegno, è arrivato troppo tardi.
“Il granchio blu era già noto, la sua presenza era stata segnalata anche in altri mari, come quello argentino o canadese. Non scopriamo nulla oggi - ha osservato Dolfin - sollevando la questione del mancato intervento preventivo. La critica principale di Dolfin riguarda proprio il ritardo con cui le istituzioni locali hanno affrontato il problema. Nonostante il granchio blu fosse già una minaccia evidente, non sono stati fatti passi concreti per proteggere le lagune e la pesca locale. “Mi dà fastidio che pur avendo le prime avvisaglie non si sia fatto nulla per proteggere le lagune - ha sottolineato -, lamentando una gestione che, a suo avviso, non ha saputo prevedere la crisi in arrivo. Inoltre, Dolfin ha puntato il dito contro la mancanza di una strategia imprenditoriale locale.
“La domanda è: come mai non siamo capaci di fare impresa su questo?” - ha chiesto, riferendosi alla possibilità di trasformare la presenza del granchio blu in un’opportunità economica. “Invece di essere protagonisti, ci stiamo facendo colonizzare da imprese estere, come quelle della Corea del Sud o della Turchia, che ora stanno gestendo la situazione al nostro posto” - ha proseguito, esprimendo frustrazione per il fatto che le imprese locali non abbiano preso l'iniziativa. Un altro punto sollevato da Dolfin riguarda la gestione dei fondi pubblici destinati a contrastare l'invasione del granchio blu.
"I finanziamenti sono arrivati tardi, e purtroppo siamo di fronte a un problema enorme, quello del cambiamento climatico, che rende difficile combattere fenomeni come questo - ha affermato -. Non possiamo continuare a distribuire soldi a pioggia, sperando che bastino. Dobbiamo agire con visione e lungimiranza”. La situazione del settore della pesca e dell'acquacoltura è stata un altro tema caldo nel commento di Dolfin. “Nel frattempo, abbiamo perso circa 400 partite Iva nel nostro Veneto, soprattutto nel Delta”, ha denunciato, ricordando che molte imprese sono in difficoltà e rischiano di chiudere. Secondo il consigliere, il supporto finanziario non può essere l'unica soluzione. “I fondi vanno bene nel momento di difficoltà, ma dobbiamo far partire un ragionamento più profondo” - ha ribadito, suggerendo che la creazione di nuove opportunità economiche debba passare attraverso l'innovazione e l'adattamento alle nuove sfide. Infine, Dolfin ha concluso con un appello per una maggiore coesione tra le istituzioni e gli operatori locali.
“Bisognerebbe unire le forze per trovare soluzioni condivise, per evitare che altre nazioni vengano a fare impresa al posto nostro” - ha dichiarato, esprimendo la speranza che le imprese venete possano finalmente affrontare il problema del granchio blu con la determinazione e l’ingegno necessari per fare di questa minaccia una risorsa.
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