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Orrore: aiuta un senzatetto, che la uccide

Studentessa veronese strangolata

Il tragico destino di Jamelatu Tsiwah: una vita spezzata a Londra

Jamelatu Tsiwah, una giovane donna di 31 anni, nata e cresciuta a Verona, ha visto il suo promettente futuro spezzarsi tragicamente a Londra. La sera del 20 gennaio, tra le 18 e le 19, la sua vita è stata brutalmente interrotta. La causa della morte, come rivelato dall'autopsia, è stata la "compressione del collo", un termine clinico che nasconde la violenza di uno strangolamento. Jamelatu, conosciuta affettuosamente come Jamila dai suoi amici d'infanzia, aveva origini ghanesi ma era profondamente radicata nella cultura italiana.

Dopo essersi trasferita a Londra più di dieci anni fa, Jamelatu aveva costruito una carriera di successo. Laureata alla University of West London, aveva lavorato per aziende prestigiose come British Airways e Allianz Partners. Al momento della sua morte, era impegnata come Compliance Specialist nel settore della consulenza aziendale. Ma ciò che la definiva veramente era il suo impegno come "mental health advocate", un'attivista per la salute mentale. Aveva fondato l'associazione "She breaks barriers", dedicata a supportare le donne nelle loro sfide quotidiane.

Secondo le indagini della Metropolitan Police, Jamelatu è stata trovata priva di sensi nella sua abitazione nel quartiere di Croydon. Nonostante i tentativi di rianimazione, i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. L'arresto di Larry Nimoh, un senzatetto di 21 anni, ha portato alla luce una storia di aiuto e fiducia tradita. Jamelatu conosceva il suo presunto assassino e, secondo alcune testimonianze, stava cercando di aiutarlo in un momento difficile. Un secondo giovane, anch'egli ventunenne, è stato arrestato e rilasciato su cauzione, mentre le indagini proseguono.


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