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LA STORIA
20.02.2025 - 13:12
CHIOGGIA - Tra le cose più importanti successe a cavallo tra il 2024 e il 2025 per l’Union Clodiense, è la pubblicazione dell’inno ufficiale della squadra. A raccontare il progetto è l’autore dello stesso, il chioggiotto Renzo Bullo.
Da dove è partita l'esigenza di scrivere questo inno?
L’idea dell’inno nasce casualmente lo scorso anno, mentre stavo editando, (dato che ho anche la passione per il videomaking) il video realizzato dall’alto col drone della meravigliosa e storica festa promozione di fine Aprile, in cui i giocatori e la società al completo giravano per Chioggia e Sottomarina sopra un autobus scoperto tra le strade piene di tifosi festanti. Quando è stato il momento di decidere la colonna sonora, prima di scegliere il brano che poi ho utilizzato (Barà Berè di Alex Ferrari, molto popolare tra i giocatori che lo cantavano e lo ballavano quando segnavano un gol o alla fine delle partite vinte) avevo fatto delle ricerche per verificare se ci fosse un inno o una canzone che fosse ricollegabile alla squadra di Chioggia da usare per il mio montaggio. Non ne ho trovato tracce da nessuna parte e da lì si è accesa la lampadina: “Sarebbe bello che un musicista di Chioggia realizzasse un brano dedicato alla squadra della propria città. Chi meglio di lui può farlo?” mi sono detto e dopo l’estate, con l’inizio della nuova avventura in serie C mi son messo al lavoro ed ho iniziato a pensarci seriamente per creare qualcosa che non esisteva prima. A metà Novembre ho contattato la Responsabile Marketing dell’Union Clodiense (Donata Zaghis) proponendo la mia realizzazione che ha trovato fin da subito l’entusiasmo del presidente in primis e di tutto l’entourage societario. Solo qualche piccola modifica al testo e via, l’Union Clodiense aveva finalmente il proprio inno ufficiale
A che cosa si è ispirato per realizzare musica e testo dell’inno?
Per la musica, essendo io un musicista rock, non ho avuto problemi a realizzare una canzone rockeggiante. Ma non volevo un brano crudo e duro tipico del rock ma una melodia, sempre su base rockeggiante, che potesse comunque piacere anche ai non amanti del genere. Il brano è un tipico crescendo, che parte con una cassa in 4 e che poi esplode nel momento di maggiore enfasi sonora, quasi a celebrare l’impresa dopo la dura battaglia. Suonando la batteria ho dato anche molto spazio alla base ritmica. Per il testo, invece, mi sono ispirato ad una frase che è scritta sopra la porta d’uscita degli spogliatoi al Ballarin che recita: “Granata. Una fede, una storia”. Penso che “fede” e” storia”, assieme a “popolo” e “città” rappresentino la celebrazione della nostra comunità e leghino inscindibilmente la gloriosa storia sportiva alla città di Chioggia ed ai suoi abitanti. Ed infatti, nel momento in cui si parla di Storia, Fede Popolo e Città musicalmente il brano “esplode” nel massimo tripudio. Nel testo non poteva mancare un tributo ai fratelli Ballarin, partiti da Chioggia come campioni e divenuti Leggende del Grande Torino e l‘omaggio alla Curva Sud Franco De Paolis, cuore pulsante del tifo granata sempre pronto ad incitare e spingere (come il vento) la squadra durante ogni partita casalinga e non. Non è stato difficile trasformare in musica ciò che avevo nel cuore.
Oggi queste note vengono diffuse dal nuovo ed efficiente impianto audio dello stadio “Aldo e Dino Ballarin” prima di ogni partita. Si parlava di “una storia, una fede, un popolo, una città”: questo legame personale e collettivo lo sente maggiormente dove aver scritto e pubblicato l’inno?
Sono sempre stato un appassionato di calcio in generale e tifoso della squadra di Chioggia. Ricordo che a 12/13 anni i ragazzini non pagavano ed io, assieme ad altri amici, passavamo la domenica pomeriggio allo stadio, a tifare quelli che consideravamo i nostri idoli calcistici, al pari dei vari Maradona, Zico e Platini dell’epoca che invece vedevamo in tv. Personalmente sono molto orgoglioso di aver realizzato questo progetto, è la grande soddisfazione di un piccolo musicista. Ed ascoltare l’inno mentre la squadra scende in campo, mi emoziona moltissimo come mi emoziona sapere che alla tifoseria piace: significa che ho colpito nel segno. Quando le cose vanno bene, l’energia ti contagia, ti trascina e sinceramente anch’io, dopo anni che non lo facevo più, ho ricominciato a seguire la squadra e le sue vittoriose vicende sportive. L’anno in serie C non è iniziato benissimo ed il ritorno al nuovo Ballarin sulle note dell’inno “Union Clodiense Alè” doveva dare il cambio di rotta che finora purtroppo non c’è ancora stato. Non sta a noi trovare cause e colpevoli ma sta a noi continuare a supportare la squadra perché, finchè la matematica non ci condanna definitivamente, tutto può ancora succedere ed io confido in un vero e proprio miracolo sportivo. Se poi non dovesse esserci, pazienza, forza Union Clodiense comunque ed onore al Presidente Ivano Bielo che ha avuto il merito di riportare la squadra in serie C dopo 47 anni. Vorrà dire che le note dell’inno daranno la carica per ritornare presto in questa categoria professionistica che la città merita.
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