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Cavarzere
24.02.2025 - 02:04
CAVARZERE - Quando quindici anni fa il maestro Carlo Baldi, storico della Città di Cavarzere, notò due piccoli dipinti firmati da un certo Stefano Novo, non avrebbe mai immaginato di aprire un inedito capitolo sulla storia artistica del proprio paese. Chi fosse davvero Novo, infatti, risultava all’epoca un mistero: un “vecchio pittore nato probabilmente a Cavarzere nell’Ottocento”, di cui si sapeva ben poco. Il fascino di questa figura dimenticata spinse Baldi ad avviare una ricerca scrupolosa, con l’obiettivo di riportare alla luce la vita e l’opera di un artista trascurato, come già accaduto, purtroppo, ad altri illustri concittadini.
A frenare gli entusiasmi iniziali di Baldi furono le scarse informazioni biografiche reperibili e la quasi totale assenza di documentazione iconografica. “Pochissime le notizie avute dai nipoti – racconta – e legata invece alle vendite in asta la lenta compilazione di un catalogo, tuttora incompleto, che oggi raccoglie circa quattrocento opere, per tre quarti corredate da immagine”.
Molte opere di Novo presero la via dell’estero, specialmente verso Inghilterra e Stati Uniti, acquistate dai numerosi viaggiatori stranieri che all’epoca visitavano Venezia e si innamoravano delle scene di vita popolare dipinte dal maestro. Novo amò rappresentare scorci del quotidiano quasi sempre incentrati su figure femminili. “L’immancabile presenza di avvenenti popolane – spiega Baldi – e la bellezza di fiori, frutta o scorci veneziani rende questi quadri particolarmente armoniosi, curati nel disegno e delicati nei colori”. Il fascino delle sue donne, ritratte spesso in atteggiamenti semplici e autentici, insieme alla suggestione di una Venezia “da cartolina”, conquistarono soprattutto i turisti stranieri, tanto da divenire la principale committenza del pittore. Tra i dipinti ricomparsi di recente sul mercato antiquario spicca “The Lace Makers” (Le merlettaie), un olio in cui Novo ritrae donne intente alla lavorazione del merletto, attività tipica della tradizione artigianale veneziana. L’opera, come molte altre firmate dall’artista, rappresenta una rara occasione per riannodare i fili della sua produzione dispersa.
Se la riscoperta di Stefano Novo risulta già di per sé un evento di rilievo per la storia locale, non meno importante è l’approfondimento dedicato dall’instancabile Baldi a un altro concittadino, Francesco Novo. “Come artista e dirigente – scrive lo studioso – egli contribuì alla vasta notorietà raggiunta ovunque dalla veneziana ditta Salviati nel campo della grande decorazione musiva”. La Salviati & C., fondata nella seconda metà dell’Ottocento, fu tra le prime aziende a esportare in tutto il mondo la prestigiosa tradizione del mosaico veneziano. E’ plausibile che Francesco Novo, in qualità di mosaicista e figura dirigenziale, abbia collaborato alla realizzazione di importanti opere destinate non soltanto a chiese e palazzi italiani, ma anche a edifici pubblici e privati all’estero, contribuendo a diffondere lo stile e la qualità dei maestri lagunari su scala internazionale. Di certo ha lavorato al primo restauro dei mosaici della Basilica di San Marco, il cui intervento, in quegli anni, fu eseguito, appunto, dalla Salviati & C.
Il maestro Baldi ha raccolto immagini e storia dei due artisti cavarzerano nel libro “Stefano Novo. Pittore di genere e vedutista. Con una nota bibliografica sul mosaicista Francesco Novo”, un volume che ripercorre la loro vita e le loro opere.
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