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26.02.2025 - 12:30
MESTRE - Nella tarda serata di lunedì 24 febbraio, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Mestre, su delega della Procura della Repubblica di Venezia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque persone, accusate di rapina aggravata dall’uso delle armi e lesioni personali aggravate. Gli arresti sono avvenuti tra Venezia-Mestre e Bari, con il supporto dell’Arma locale.
Gli indagati, quattro di origine tunisina e uno portoghese, avrebbero agito in concorso tra loro, commettendo una serie di violenti episodi nel quartiere Piave di Mestre tra dicembre 2024 e gennaio 2025.
L’indagine, coordinata dalla Procura e condotta dai Carabinieri di Mestre attraverso attività di osservazione e tecniche investigative, ha permesso di ricostruire le dinamiche degli attacchi. Il primo episodio risale alla vigilia di Natale, quando un cittadino gambiano è stato rapinato nel sottopasso che collega Marghera a Mestre. La vittima, accerchiata e minacciata con un coltello, è stata costretta a consegnare il proprio monopattino. Poco dopo, gli stessi aggressori hanno brutalmente ferito un cittadino tunisino nei pressi della stazione ferroviaria, colpendolo ripetutamente con un’arma da taglio.
Un’altra aggressione è avvenuta il 30 dicembre. In quell’occasione, un cittadino tunisino è stato assalito con estrema violenza: dopo essere stato morso al fianco da un pitbull, aizzatogli contro da due membri della banda, è stato colpito più volte al capo con una bottiglia di vetro e preso a pugni. I rapinatori si sono impossessati del suo telefono cellulare e del portafoglio contenente 220 euro.
Il 5 gennaio, un altro episodio di violenza ha visto vittima un cittadino nigeriano, colpito alla testa con un coltello da cucina da uno degli indagati, che aveva con sé lo stesso pitbull utilizzato nel precedente assalto.
Le perquisizioni eseguite presso l’abitazione di due dei sospettati hanno permesso di rinvenire i vestiti indossati durante la rapina del 24 dicembre, oltre a un martello e uno sfollagente, sequestrati dagli inquirenti.
Tre dei quattro tunisini arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia, mentre il cittadino portoghese ha ricevuto il provvedimento nel carcere di Bari, dove si trovava già detenuto per altri reati. Il quarto tunisino, invece, era stato espulso dall’Italia a gennaio e localizzato nel suo Paese d’origine.
Gli indagati resteranno in custodia cautelare mentre proseguono le indagini. Come previsto dalla legge, sono da considerarsi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva.
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