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SOTTOMARINA
12.03.2025 - 16:21
SOTTOMARINA - Alberi abbattuti nell’area verde di San Felice: la preoccupazione del Comitato per il recupero del Forte. In questi giorni anche molti cittadini hanno segnalato la presenza di operai che stanno tagliando numerosi arbusti. “Ancora tre mesi fa – spiega il presidente Erminio Boscolo Bibi - appena iniziati i lavori per il progetto di recupero di questa vasta area, abbiamo espresso preoccupazioni, specie per le modalità operative, e chiesto all’amministrazione comunale di aprire una pubblica discussione sul progetto di Oasi che sta realizzando il Consorzio Venezia Nuova. Nonostante solleciti vari, non abbiamo avuto finora riscontri dal Comune.
Al direttore lavori dell’intervento abbiamo a più riprese chiesto che venissero messi cartelli con le indicazioni su cosa si sta facendo, in modo che la gente avesse un minimo di informazione: anche questo non ha avuto finora riscontro. C’è un esperto naturalista che sovrintende ai lavori: gli abbiamo scritto manifestando tutte le nostre preoccupazioni e chiedendo se possibile di essere presenti a un suo sopralluogo: risposta negativa.
Dopo i lavori nella parte interna dell’area, non visibili dalla gente, si è ora cominciato ad intervenire anche sulla duna di confine verso la strada. Anche noi abbiamo visto con rammarico che sono stati abbattuti anche vecchi tamerici. Ci pare impossibile che il progetto esecutivo (che non conosciamo) preveda che siano abbattuti questi esemplari che sono ciò che resta dei filari di tamerici piantati più di 80 anni fa, a costituire quel cordone di duna (che arrivava fino all’ex-colonia Turati) al cui riparo è cresciuta l’area verde.
Significa eliminare la radice storica dello sviluppo naturale di questo ambiente particolare”. Perplessità che si trasformano in un appello al Comune: “Chiediamo all’amministrazione – conclude Bibi – di organizzare finalmente un incontro pubblico per discutere del progetto in corso e chiedere di poter effettuare un sopralluogo urgente. Se si aspetta ancora possono essere fatti danni cui non si può più rimediare”.
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