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TEATRO SAN MARTINO
09.04.2025 - 01:30
CHIOGGIA – Il carcere può rieducare ed evitare recidive una volta scontata la pena.
Un tema importante che è stato affrontato durante un convegno ospitato nel teatro San Martino di Sottomarina davanti a una folta platea.
“La rieducazione attraverso il carcere: un diritto umano per il detenuto” il titolo dell’evento che ha visto, tra i relatori, magistrati, esperti di medicina, docenti universitari e psicologi.
Sul palco sono intervenuti il Magistrato di Sorveglianza nel tribunale di Padova Cesaro Tecla, il professore associato di medicina legale e tossicologia nell’università di Padova Donata Favretto e la psicologa Lorella Ciampalini. Tutti hanno posto l’attenzione sulla rieducazione del condannato. Durante gli anni trascorsi in detenzione, il detenuto ha la possibilità di guardarsi dentro. Può così trovare le giuste motivazioni per evitare la recidiva in seguito alla sua dimissione dal penitenziario.
Gli esempi portati dai relatori, che hanno suscitato domande di approfondimento a margine del convegno, hanno mostrato come il fatto che il detenuto trovi un ambiente (in primo luogo degli affetti familiari) che lo abbracci dopo la pena sia essenziale per evitare la recidiva, quando il detenuto abbia affrontato un periodo di studio e lavoro. In queste condizioni la recidiva è ridotta al due per cento dei casi. Dal carcere può uscire una persona nuova, che vivrà la propria vita con dignità.
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