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CAPITANERIA DI PORTO

Pesca delle seppie, ordinanza per regolarla

Ecco cosa è vietato fare

Pesca delle seppie, ordinanza per regolarla

CHIOGGIA - È stata ufficialmente introdotta un’ordinanza della Capitaneria di Porto per regolamentare, fino al 30 giugno, la pesca delle seppie adulte attraverso l'uso di nasse posizionate sotto costa. Le trappole a rete, dotate di rametti di alloro per attirare i molluschi e permettere la deposizione delle uova, devono essere collocate solo in aree precise, definite rigorosamente dall’Autorità marittima.

Tali zone corrispondono ai passaggi utilizzati dalle seppie per raggiungere i bassi fondali della laguna, con l’obbligo di evitare punti pericolosi.

Norme simili sono in vigore anche per le località di Rosolina, Porto Caleri, Porto Levante, Pila e Porto Tolle.

Tuttavia, come noto ai pescatori, le uova deposte vengono inevitabilmente distrutte al momento della raccolta, una pratica che in passato aveva generato tensioni tra i nassaioli, spesso non autorizzati, e coloro che praticavano la pesca a traina, oggi vietata entro le 5 miglia dalla costa in base alla normativa europea.

L’ordinanza rientra tra le misure mirate alla protezione delle seppie, una specie divenuta sempre più rara negli ultimi decenni.

Anche il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova ha preso provvedimenti, installando strutture subacquee nei pressi delle bocche di porto per favorire la schiusa delle uova importanti per garantire la riproduzione.

Il sistema impiegato prevede un cavo galleggiante, sostenuto da gavitelli, con corde vegetali su cui le seppie possono depositare le uova durante la stagione riproduttiva primaverile.

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