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AGRICOLTURA
08.05.2025 - 15:44
CHIOGGIA – Radicchio di Chioggia Igp, dati allarmanti. In autunno e inverno subite perdite del raccolto dal 40 al 60%, in alcuni casi arrivate anche fino al 100%. La fase di trapianto primaverile del radicchio di Chioggia Igp si è conclusa ai primi di aprile, con le ultime piantine messi in campo. Si confida che la stagione appena iniziata, e che si concluderà nei mesi di giugno e luglio, abbia un andamento migliore, perché gli eventi meteo della scorsa stagione autunno - invernale hanno prodotto gravi effetti con perdite fino anche dell’intero raccolto.
“Dalla fine della scorsa estate si sono presentate precipitazioni molto intense con freddo anticipato alternato a periodi di caldo anomalo fuori stagione - spiega Michele Bellan, imprenditore agricolo nella zona di Chioggia -. Un andamento meteo instabile e imprevedibile, che ha destabilizzato completamente i cicli vegetativi delle piante di radicchio. Le perdite, dovute agli effetti del meteo, sono state variabili, secondo le diverse zone e la tipologia specifica del terreno, ma possiamo dire che si aggirano dal 40/60% fino anche al 100% del raccolto! Questi fenomeni hanno inoltre inciso anche sulla qualità del prodotto”. Negli ultimi anni i costi di produzione sono lievitati e le perdite dovute ai cambiamenti climatici rendono molto variabile anche il reddito degli imprenditori. L’agricoltura di Chioggia è tendenzialmente votata alle orticole con vari ortaggi: oltre al radicchio di Chioggia Igp, anche insalata, carote e patate, colture per le quali il meteo è determinante per andamento del raccolto e la qualità del prodotto.
“I prezzi sono stati abbastanza buoni, ma è evidente che, se c’è stata la perdita dell’intero raccolto, diventa impossibile compensare anche i costi di produzione sempre in aumento – riprende Bellan -. La situazione è molto preoccupante, perché con cambiamenti climatici dagli effetti sempre più devastanti, la capacità produttiva delle imprese agricole è messa in gran parte a rischio. Anche le assicurazioni non sono una soluzione praticabile in modo sistematico per gli alti costi e le franchigie che vengono messe specificatamente in caso di risarcimento per eventi meteorologici avversi”.
Sul tema interviene anche Nazzareno Augusti, segretario di Confagricoltura Venezia per la zona di Chioggia: “La copertura assicurativa per eventi catastrofici e danni dovuti alle calamità naturali esiste da anni in agricoltura, ma l'alta probabilità degli eventi e il notevole valori dei beni assicurati determinano un prezzo dei premi insostenibile per le aziende del settore. Esiste un sistema di "contributi ministeriali" che rimborsano parte dei premi assicurativi pagati, ma i procedimenti burocratici da ottemperare e la scarsità delle risorse stanziate vanificano gli effetti positivi, perché i contributi vengono con gravi ritardi”.
Fondamentale è proteggere la produzione agricola locale per evitare la dipendenza dal prodotto estero: “Se non si cambia rotta, in prospettiva assisteremo a produzione agricola locale più rallentata e ridotta fino a diventare residuale, con la conseguenze di un aumento della dipendenza alimentare dall’estero - conclude Stefano Tromboni, presidente di Confagricoltura Venezia. - E così si va avanti, con la paura di poter vedere un giorno un territorio privo dell’agricoltura, ma anche con la speranza di una ripresa e di condizioni migliori, finché resta anche la passione per la terra”.
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