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SCUOLA

Liceo Veronese, battaglia sull’orario

La settimana corta non piace a molti genitori che si fanno sentire

Liceo Veronese, battaglia sull’orario

Il liceo Veronese

CHIOGGIA – Settimana corta al Liceo Veronese: una decisione unilaterale che non piace a tantissimi genitori. Martedì si è tenuta una riunione a cui hanno partecipato in 200: a testimonianza che la decisione della Preside di introdurre la settimana corta dal prossimo anno scolastico, non è vista favorevolmente dalle famiglie. Una partecipazione così numerosa, in un orario poco consono, non è casuale – sottolinea Daniele Stecco, uno dei genitori che è anche consigliere del Movimento 5 Stelle – in molti si sono presi permessi di lavoro o hanno cambiato i propri impegni per esserci, perché questa decisione ci riguarda e ci preoccupa molto. Nei vari sondaggi fatti in questi anni il voto dei ragazzi e dei genitori è sempre stato univoco: tutti contrari alla settimana corta. Ma allora perché la scuola non ascolta la scelta fatta, ma impone una sua decisione?”.

Tre ore di discussione che non hanno dissipato le perplessità delle famiglie: “Sono uscito dalla riunione con una domanda in testa – continua Stecco - La scuola oggi lavora per formare i nostri figli o per semplificarsi la gestione interna? Credevo che l’obiettivo primario della scuola fosse l’educazione, ma quello che ho sentito dalla preside è stato ben altro.  Nessuna reale motivazione educativa, ma solo esigenze organizzative. La settimana corta, servirebbe a garantire la copertura delle ore in caso di assenza dei professori. Non si è però riusciti a dimostrare che fare 6 ore tutti i giorni per avere il sabato a casa migliori l'apprendimento. Ci sono infatti molti studi che dimostrano che il cervello dei ragazzi (soprattutto in adolescenza) ha una capacità limitata di elaborare informazioni in modo continuo e dopo 4 - 5 ore si entra in uno stato di sovraccarico cognitivo, in cui la qualità dell’apprendimento diminuisce. Studi di psicologia cognitiva ed educativa mostrano, che l'attenzione sostenuta tende a decadere dopo 45-50 minuti, motivo per cui le lezioni scolastiche sono spesso suddivise in ore da circa 50 minuti”.

Ma i genitori non sono contro la settimana corta solo per l’attenzione dei ragazzi alle lezioni, ma anche per le difficoltà di rientro a casa e per il poco spazio che rimarrebbe, a disposizione dei ragazzi, per i loro svaghi durante le giornate scolastiche.

“Le difficoltà organizzative della scuola non possono ricadere sugli studenti e sulle famiglie – continua Stecco - Se davvero non è possibile attivare un supplente già dal primo giorno di assenza, allora il problema è normativo e va risolto a monte, modificando la legge, non tagliando un giorno di scuola e comprimendo tutte le lezioni dal lunedì al venerdì fino alle 14, fregandosene se il livello didattico offerto peggiori. Tra l’altro non ci sono nemmeno dati sulle assenze che giustifichino una scelta del genere”.

Nel tardo pomeriggio di ieri era in programma l’assemblea d’istituto. I genitori sperano in un ripensamento sulla questione.

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