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IL COMMENTO
10.07.2025 - 15:58
SOTTOMARINA – “Il salvataggio in mare lo paghino i bagnanti quando l’intervento è dovuto alla loro imprudenza. In questo modo mettono a rischio anche la vita dei bagnini costretti ad intervenire in condizioni complicate”. La proposta arriva dal presidente di Ascot spiagge Giorgio Bellemo, che riprende anche un intervento, di qualche giorno fa, del governatore Zaia che aveva annunciato la verifica dei costi del salvataggio dei 7 giovani sorpresi dalla piena del Piave. “Laddove vi siano responsabilità – aveva dichiarato Zaia – vengano applicate le sanzioni previste.
Non possiamo continuare ad assistere a tragedie che si potrebbero evitare con un minimo di buon senso”. Una linea di pensiero che anche Bellemo sposa in toto: “Il salvataggio – commenta il presidente di Ascot – nel momento in cui c’è la bandiera rossa e i bagnini che fischiano diventa quasi un tentato suicidio assistito. Questo comportamento mette in pericolo la vita di chi interviene. E’ un servizio oneroso e pericoloso. Al momento tutto è economicamente sulle spalle dei concessionari. Se non pagano i bagnanti sconsiderati, dovrebbe contribuire almeno la Regione, dato che molto spesso chi rischia di annegare si trova in spiaggia libera, ma viene salvato da un servizio pagato dai gestori degli stabilimenti balneari”.
E sulla possibilità che i salvataggi vengano messi in conto a chi è stato imprudente tuffandosi, è d’accordo anche il consigliere comunale e regionale della Lega Marco Dolfin: “Le parole del Presidente Zaia sull'ultimo intervento di soccorso, che ha visto il salvataggio di ben sette ragazzi nel Piave, aprono una questione molto importante e seria. Avendo vissuto situazioni simili questo fine settimana nel litorale di Sottomarina, dove sono state salvate ben 15 persone in mare dagli assistenti bagnanti, non posso non sottolineare come, nonostante le condizioni meteo fossero segnalate dalla bandiera rossa, molte persone continuassero a fare il bagno, incuranti dei pericoli. Ecco perché si sono verificati questi incidenti. Non possiamo più assistere in silenzio a comportamenti sconsiderati in fiumi, lagune, specchi d'acqua e litorali, che mettono a rischio vite umane e gravano sui nostri sistemi di emergenza. Ogni estate, infatti, assistiamo a episodi di balneazione non autorizzata, tuffi in acque torbide, utilizzo improprio delle vie fluviali o delle aree protette della nostra regione, e mancato rispetto della segnaletica e dei divieti. E troppo spesso, a pagare il conto, sia in termini economici che operativi, sono i nostri servizi di soccorso e l'intera comunità.”
Il consigliere Dolfin sottolinea l'urgenza di una campagna di sensibilizzazione mirata a 360°, poiché non sono solo i giovani, ma anche gli adulti, a commettere comportamenti imprudenti. “Per questo motivo – prosegue Dolfin – è necessario un intervento normativo deciso: dobbiamo avviare una riflessione seria sulla responsabilità individuale e sul principio del ‘chi sbaglia paga’ la macchina dei soccorsi. Un segnale chiaro a chi si mette deliberatamente in pericolo. La nostra laguna, il litorale e i fiumi non sono parchi giochi. Oltre al rischio umano, c’è il mancato rispetto delle regole, regole che servono proprio a tutelare le vite, sia di chi compie questi gesti sconsiderati, sia di chi è costretto ad intervenire, come gli assistenti bagnanti o l'intero sistema di soccorso ed emergenze. E non sempre questi episodi, ahimè, hanno un lieto fine.”
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