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Cormorano, approvato il Piano di controllo della specie

"Tutela della biodiversità e delle produzioni ittiche"

Veneto, approvato il Piano di controllo del cormorano 2025–2029

VENEZIA – Via libera dalla Giunta regionale al nuovo Piano di controllo del cormorano per il quinquennio 2025–2029, un documento strategico che punta a ridurre l’impatto di questo volatile sulle produzioni ittiche e sulla fauna autoctona del territorio. A presentarlo è stato l’assessore alla Caccia e alla Pesca Cristiano Corazzari, che ha illustrato i contenuti del provvedimento e i dati più recenti relativi alla presenza del cormorano in Veneto.

"Il cormorano è un predatore estremamente vorace – ha spiegato Corazzari –. Si stima che ogni esemplare si nutra quotidianamente di circa mezzo chilo di pesce, pari a 10 o 15 esemplari o anche di più, con un impatto diretto sulla produzione ittica e sulle specie di pregio, sia commerciali che conservazionistiche".

Il Piano, come previsto dalla Direttiva Uccelli, interviene su una specie protetta, ma responsabile – secondo la Regione – di danni ingenti e crescenti, soprattutto in fascia costiera. Le zone più colpite risultano infatti essere le valli da pesca nelle lagune salmastre delle province di Rovigo, Venezia e Padova, dove il cormorano predilige specie come branzini, orate, cefali e anguille. Ma non mancano criticità anche nelle zone alpine e prealpine, dove la predazione riguarda specie rare come la trota marmorata e il temolo.

I numeri certificano un fenomeno in crescita. Secondo i dati regionali, le coppie nidificanti di cormorano sono passate da circa 1.300 nel 2019 a oltre 1.400 nel 2023, mentre la popolazione svernante in provincia di Venezia ha superato i 6.300 esemplari nel 2024. Di pari passo, anche le richieste di indennizzo per danni alle attività ittiche: da 99.500 euro nel 2020 a 120mila euro nel 2023, solo tra Rovigo e Venezia.

"Il Piano definisce azioni compatibili con la normativa europea e nazionale – ha proseguito Corazzari – e mira a limitare i danni con metodi prioritariamente ecologici: barriere fisiche come reti, dissuasori acustici e luminosi, attività di monitoraggio e censimento costante".

Le azioni di contenimento interesseranno in particolare le aree lagunari e i corsi d’acqua dove sono in corso progetti di ripopolamento e tutela delle specie ittiche autoctone, secondo quanto individuato dalla Carta Ittica Regionale. A essere coinvolti nell’attuazione del piano, oltre alla Regione, saranno anche le Polizie provinciali e metropolitane, con un coordinamento basato sulle rispettive competenze territoriali.

Il provvedimento rientra in una strategia più ampia della Regione per la difesa della biodiversità e la sostenibilità dell’acquacoltura tradizionale, sempre più minacciata da fattori esterni, non ultimi i cambiamenti climatici e la pressione della fauna selvatica.

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