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VENETO

Il leccio di piazzale Roma era da abbattere

L'ordine c’era, ma non è mai stato eseguito. Ora la Procura indaga

Il leccio di piazzale Roma era da abbattere

VENEZIA -  Era stato segnalato, analizzato, diagnosticato come pericolante. E per il leccio crollato il 2 giugno scorso a piazzale Roma, travolgendo cinque persone e riducendo in fin di vita una giovane madre, esisteva persino un ordine formale di abbattimento, firmato mesi prima dagli uffici tecnici del Comune di Venezia. Eppure quell’albero, classificato come instabile e malato, è rimasto al suo posto. Una mancata esecuzione che ora è al centro di un’inchiesta della Procura.

Il documento con cui si disponeva l’abbattimento – già agli atti del fascicolo aperto dal pm Christian Del Turco e coordinato dal procuratore vicario Stefano Ancillotto – porta una data ben precedente al drammatico incidente. A segnalare le precarie condizioni del leccio erano stati gli esperti della ditta Demetra, incaricati delle analisi fitostatiche. Ma secondo le procedure in uso, non spettava a loro stabilire il da farsi: dovevano limitarsi a un giudizio tecnico sulla salute dell'albero. La decisione finale sul taglio, come da protocollo, doveva essere presa dagli uffici del Comune, che effettivamente avevano dato disposizione di procedere all’abbattimento.

Resta ora da chiarire perché quell’ordine non sia stato eseguito. La comunicazione è stata trasmessa regolarmente al Consorzio Zorzetto, responsabile del monitoraggio delle alberature cittadine per conto dell’Ufficio del Verde pubblico? E se sì, perché non si è intervenuti? Sono questi gli interrogativi a cui l’indagine della Procura dovrà dare risposta, insieme alla ricostruzione della catena di comando che lega il Comune, il consorzio e gli specialisti coinvolti nelle perizie.

Secondo le prime ricostruzioni, dopo l’ultimo sopralluogo tecnico, l’albero avrebbe dovuto essere abbattuto. Invece, pochi giorni più tardi, è crollato su un gruppo di persone che partecipavano a un matrimonio, colpendo con particolare violenza una donna di 30 anni, madre di due bambine, rimasta gravemente ferita alla testa e al corpo. Altre quattro persone hanno riportato contusioni e traumi.

Per accertare le cause esatte del cedimento, il pubblico ministero ha nominato come consulente l’agronomo Lucio Montecchio, docente dell’Università di Padova, che dovrà valutare le condizioni fisiologiche dell’albero al momento del crollo. Si ipotizza che il tronco, apparentemente sano, fosse in realtà marcio, probabilmente a causa dell’attacco di un fungo parassita, e quindi incapace di sostenere il peso delle fronde.

Nel frattempo, in via precauzionale, il Comune ha avviato nuove verifiche su altri esemplari considerati a rischio. Sono 92 gli alberi dichiarati instabili, tra cui un altro leccio a piazzale Roma, e sette tigli lungo viale Garibaldi e attorno alla rotonda di Corso del Popolo. Anche in questi casi è stato disposto l’abbattimento, cui dovrà seguire – come previsto dalla normativa – la sostituzione con nuovi alberi.

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