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VENETO
22.07.2025 - 16:54
VENEZIA - Cosa rende un artista indimenticabile? È forse la sua capacità di trasformare ogni performance in un'esperienza unica, o la sua abilità di connettersi con il pubblico attraverso la musica? Marco Dionigi, dj e produttore di fama, incarnava tutto questo e molto di più. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di chi lo conosceva e di chi ha avuto il privilegio di ballare sulle sue note.
Solo un paio di settimane fa, Dionigi si era esibito in un set memorabile al Folpo Summer Festival di Noventa Padovana, insieme al collega Adrian Morrison. Un evento che aveva attirato un pubblico entusiasta, composto da affezionati che lo seguivano da anni nei suoi dj set in club iconici come l'AlterEgo di Verona, il Mazoom di Lonato e la Scala di Padova. La sua musica non era solo un sottofondo, ma un viaggio sonoro che trasportava chiunque l'ascoltasse in un'altra dimensione.
Dionigi, originario di Sommacampagna, aveva 54 anni e lascia un figlio e la madre. Andrea Oliva, storico vocalist delle discoteche anni Novanta e tra i fondatori dell'AlterEgo, aveva recentemente collaborato con Dionigi e Morrison in un progetto che li aveva riportati a girare il Veneto. Oliva ricordava Dionigi come una persona sempre positiva, un visionario che "non pensava mai troppo al futuro perché lui nel futuro c'era già". Una descrizione che ben si adatta a un artista che ha sempre cercato di spingere i confini della musica elettronica.
Ridurre il suono di Dionigi a semplici etichette come house o techno sarebbe riduttivo. Il suo stile unico e riconoscibile ha fatto sì che le persone lo seguissero ovunque, anche quando i suoi set si svolgevano in province diverse nella stessa notte. Dionigi non era solo un dj che metteva musica, ma un creatore che la plasmava, rendendola viva e pulsante. La sua capacità di sperimentare e innovare lo ha reso una leggenda della musica dance italiana.
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