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IL COMMENTO

Caso Fashion Star: “Regione inerte”

Baldin (M5s) sollecita: “L’unità di crisi si muova”

Caso Fashion Star: “Regione inerte”

CAVARZERE - “Parole pilatesche, attendiste, per niente proattive”. Così Erika Baldin, capogruppo del Movimento 5 stelle al consiglio regionale del Veneto, ha liquidato la risposta della giunta di palazzo Balbi alla sua interrogazione sulla vertenza Fashion Star, azienda tessile di proprietà cinese, con sede a Cavarzere, che ha chiuso lo scorso 30 giugno, lasciando a casa 20 lavoratrici.

A leggere in aula la posizione della giunta è stato l’assessore Cristiano Corazzari, in sostituzione dell’assente Valeria Mantovan, titolare delle deleghe al lavoro. Baldin ha sottolineato come non si tratti di un caso isolato e ha accusato l’assessora di reiterata latitanza durante le sedute di consiglio. “Non è la prima volta che la titolare delle deleghe al lavoro si assenta – ha dichiarato – e questo fa il paio con l’esorbitante numero di interrogazioni a risposta scritta ancora inevase, oltre 100 quando mancano pochi mesi alla fine della legislatura”.

Nel merito della vicenda la Regione ha comunicato che né la direzione lavoro né l’unità di crisi di Veneto lavoro hanno ricevuto segnalazioni o richieste d’intervento da parte dell’azienda o delle organizzazioni sindacali. Per Baldin, però “Ciò non esime la Regione dal poter convocare direttamente le parti in nome del superiore interesse al mantenimento dei posti di lavoro. È evidente che chi non riuscisse a ricollocarsi graverebbe sopra i servizi sociali e quindi la mano pubblica”. La consigliera ha puntato il dito anche sul progressivo svuotamento del comparto nel territorio, ricordando i numeri forniti dalla Femca Cisl: nell’area si è perso il 60% delle imprese tessili negli ultimi 10 anni.

“Davanti alla deregulation nel diritto del lavoro che la Regione possa garantire supporto alle lavoratrici solo tramite i centri per l’impiego e le politiche attive di formazione è un po’ poco - conclude -. Auspico che davanti a crisi aziendali come questa, un po’ sospetta dati i precedenti, l’unità di crisi si muova anche in autonomia, senza attendere di essere contattata per una soluzione. Ci sono precedenti pur lusinghieri, quanto al ricollocamento, e vanno esperiti dovunque, sempre dalla parte di chi rischia di perdere il proprio sostentamento”.


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