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VENETO
29.07.2025 - 13:14
Cosa succede quando un bambino diventa il simbolo di una tragedia umanitaria? Osama, un bambino palestinese di soli cinque anni, è diventato il volto della sofferenza e della speranza. Le sue immagini, diffuse dall'Unicef, hanno scosso le coscienze di tutto il mondo, mostrando un corpo segnato dalla denutrizione e dalle difficoltà di una vita in guerra. Ma la sua storia non si ferma qui: è anche un racconto di speranza, di cure mediche e di umanità.
Osama è arrivato in Italia il mese scorso, a Verona, evacuato da Gaza durante un'operazione umanitaria l'11 giugno 2025, grazie all'intervento del Ministero degli Esteri italiano. Proveniente dalla città di Khan Younis, il bambino è stato accolto presso l'Oncoematologia pediatrica di Verona, dove è stato immediatamente ricoverato insieme alla madre e al fratellino. Al suo arrivo, Osama pesava solo 9 chili, ben al di sotto dei 18 previsti per la sua età. Un quadro clinico che ha subito destato l'attenzione dei medici.
La storia di Osama ha sollevato un dibattito acceso. Mentre alcuni media di destra attribuivano la sua magrezza alla fibrosi cistica, i medici di Verona hanno escluso questa diagnosi. Secondo Simone Cesaro, direttore di Oncoematologia pediatrica, la malnutrizione di Osama non è dovuta solo alla guerra. Le indagini hanno suggerito la presenza di una malattia genetica congenita, una forma di immunodeficienza che compromette l'assorbimento intestinale. "Le condizioni cliniche generali del bambino stanno migliorando progressivamente", afferma Cesaro. Grazie a un programma di rialimentazione controllata, Osama ha raggiunto un peso di poco più di 11 chili.
La storia di Osama è anche una testimonianza di solidarietà e umanità. Callisto Marco Bravi, direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Verona, sottolinea l'importanza di accogliere queste famiglie non solo per motivi sanitari, ma anche umanitari. "Siamo orgogliosi di averli accolti", dichiara Bravi. Negli ultimi mesi, quattro bambini provenienti da Gaza hanno trovato ospitalità in Veneto per ricevere cure mediche, accompagnati dai loro familiari. Osama è ora in grado di assumere cibo e farmaci per via orale, e presto potrà essere dimesso per continuare il monitoraggio clinico in regime ambulatoriale. Questo permetterà anche alla sua famiglia di lasciare l'ospedale dopo quasi 50 giorni di ricovero. La storia di Osama è un esempio di come la collaborazione internazionale e l'eccellenza sanitaria possano fare la differenza nella vita di chi è colpito da tragedie umanitarie.
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